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  • Bari, zero progetti:| Dirigenza in scadenza

    Bari, zero progetti:| Dirigenza in scadenza

    • D.L.

    Il futuro è un punto interrogativo. Il caso scommesse rende indecifrabile il prossimo campionato del Bari. Un'incognita che non condiziona soltanto la classifica dei biancorossi che potrebbero subire, a seconda della velocità del processo sportivo, una penalizzazione nel presente torneo o in quello venturo. L'esplosione dello scandalo sulle gare manomesse, piuttosto, ha discostato l'attenzione dai gravi problemi societari. Il Bari era e resta in vendita, ma di acquirenti non se ne vedono. Il pagamento di tutti gli stipendi arretrati (salvo le ritenute Irpef) ha diminuito i rischi di fallimento della società e segnato un deciso passo avanti verso l'iscrizione alla stagione 2012/13. Tuttavia, se non avvenisse in tempi brevi un cambio di proprietà, occorrerebbe definire rapidamente l'organigramma del club.

    I contratti di dirigenti e staff tecnico, infatti, scadranno il prossimo giugno. Dal dg Garzelli al ds Angelozzi, fino all'allenatore Torrente: tutti gli uomini che stanno conducendo la nave biancorossa in questa tribolata annata saranno sciolti dal vincolo con il club pugliese. Una scelta, in realtà, consapevole da parte della società che vuole lasciare ad eventuali compratori la libertà di rinnovare il Bari a proprio piacimento. Se la situazione non mutasse, però, il tema del rinnovo delle cariche sociali diverrebbe di strettissima attualità. E se almeno Garzelli ed Angelozzi hanno posto le basi per proseguire, nei rispettivi settori, la propria attività (il dirigente livornese lavora al restauro della situazione debitoria, il manager catanese ha avviato contatti sul mercato per garantire introiti indispensabili), Torrente ha legato la sua permanenza ad un programma ambizioso. Un auspicio, allo stato attuale, impossibile da realizzare dovendo il club cavarsela esclusivamente con le sue forze.

    Sembra, peraltro, da escludere un ritorno in sella della famiglia Matarrese: il recente impegno di Antonio Matarrese va inquadrato solo come intervento per la sopravvivenza del club, non come intenzione di riassumerne le redini. Senza investimenti esterni, il Bari dovrà impostare il prossimo campionato su un budget ridotto a tre-quattro milioni complessivi. Pochi per tentare la risalita in A o per riconquistare il pubblico del San Nicola. Eppure, l'acquisto del club non presenta costi così inaccessibili: basti pensare che con meno di cinque milioni si coprirebbero le spese per l'attuale stagione (entro maggio occorre pagare gli stipendi del primo trimestre del 2011, entro settembre quelli del secondo). E' pur vero che permane il pesante passivo accumulato nel passato: un fardello di circa 26,5 milioni (che comprende debiti erariali e con i fornitori) rateizzato, però, in cinque annualità. Insomma, un progetto ad ampio respiro potrebbe contenere i costi e garantire il rilancio. La speranza è che, una volta chiarite le conseguenze dell'inchiesta sulle scommesse, si muova qualcosa. In caso contrario, bisognerà seriamente chiedersi perché non ci siano imprenditori disposti ad investire in una piazza prestigiosa come Bari.

    (Corriere del Mezzogiorno - Edizione Puglia)

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