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  • Bari:| Primo campanello d'allarme

    Bari:| Primo campanello d'allarme

    • D.L.

    Primi campanelli d'allarme per il Bari. La sconfitta rimediata dai biancorossi con il Genoa porta a Ventura vari spunti di riflessione. A Marassi, più che un Genoa alimentato da sacro furore, i biancorossi sono stati battuti da una debacle psico-fisica. La metamorfosi tra primo e secondo tempo è stata fin troppo evidente. Se il match fosse terminato al 45', il Bari, pur sconfitto, sarebbe tornato a casa tra gli applausi. Perché una squadra che crea tanto, spreca e viene punita, merita fiducia. Più difficile da spiegare è il crollo subito dai biancorossi sul più bello. Ovvero, dopo il gol del pareggio siglato da Barreto e la conseguente espulsione di Moretti.

    In una tale situazione, il 'solito' Bari avrebbe creato innumerevoli pericoli per i liguri. Invece, tutte le caratteristiche del giocattolo di Ventura sono svanite. Mai, sotto la gestione del tecnico genovese, Gillet e compagni sono apparsi tanto sulle gambe. In un attimo, è mancata la forza sia per ripartire, sia per organizzare un'ordinata resistenza. La velocità d'esecuzione tipica del palleggio biancorosso ha lasciato il posto a farraginosi tentativi di organizzare una manovra sempre interrotta sul nascere. Pur in dieci, il ritmo del Genoa è diventato insostenibile per i pugliesi che hanno perso tutti i duelli con gli avversari. I crampi avvertiti da Barreto a quasi mezzora dal termine sono la spia dell'affanno barese.

    Ha sorpreso, inoltre, la caduta dei pilastri del team di Ventura. Almiron da trascinatore è finito dietro le quinte, Gazzi è sembrato confuso come mai in passato, Donati è stato travolto dagli arrembaggi genoani, Alvarez ha sbattuto puntualmente su Criscito. Incomprensibile, inoltre, è l'atteggiamento mentale. Perché il Bari che si distingue per irriverenza e personalità avrebbe dovuto trarre entusiasmo dalla superiorità numerica. Invece, il gruppo è stato sopraffatto dalla paura. Lo stesso Ventura nel dopo gara è sembrato troppo nervoso. Forse al tecnico, più che la sconfitta, non è andato giù il non vedere la 'sua' squadra. Proprio ciò che non è stato accettato nemmeno dai tifosi. Forse la sosta giunge a puntino. Perché per affrontare la Lazio capolista il Bari dovrà ritrovare se stesso.

    (Corriere del Mezzogiorno - Edizione Puglia)

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