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  • Bari, Ventura:| Fenomenologia del 'mago'

    Bari, Ventura:| Fenomenologia del 'mago'

    • D.L.

    In una giornata che passerà alla storia, ha ricevuto l'unanime consenso di esserne stato il protagonista. Il popolo biancorosso non ha avuto dubbi nell'individuare in Giampiero Ventura l'artefice del trionfo del Bari sulla Juventus. Un autentico plebiscito che riecheggia per le strade del capoluogo, nei bar, sui siti internet. Ebbene, mai come stavolta è giustificato un tale attestato di stima verso un allenatore nel senso più pieno del termine. Già, perché Ventura è un tecnico che si nutre di campo, insegna calcio, costruisce una mentalità vincente. Principi che da oltre un anno il Bari mostra all'Italia intera. I galletti giocano badando a se stessi, non agli avversari. Siano big o matricole. La forza di Ventura è credere nell'organizzazione. Non gli importa se cambiano gli interpreti, ciò che conta è lo spirito. Il trainer genovese vuole semplicemente vedere la 'sua' squadra. E se il pubblico del San Nicola ha riabbracciato la meravigliosa creatura nata lo scorso torneo, il pallone nostrano ancora una volta ha applaudito un profeta forse dimenticato troppo in fretta dalle grandi.

    La carriera

    Ventura viene da una durissima gavetta. Dopo aver lasciato l'attività agonistica per un problema alla schiena, a soli 25 anni ha cominciato ad allenare. Cinque anni nella 'sua' Sampdoria prima nel settore giovanile, poi da tecnico in seconda. Quindi il lungo girovagare tra Rapallo, Entella, Spezia, Centese, Pistoiese, Giarre, Venezia, Lecce (promosso dalla C1 alla A), Cagliari (altra promozione e successiva salvezza nel massimo campionato). Poi fallisce il salto in paradiso con la Sampdoria. Segue una parentesi all'Udinese (in A), un altro biennio a Cagliari (in B), la sfortunata esperienza a Napoli, i brevi periodi a Messina e Verona. Con il Pisa neopromosso in B lancia il 4-2-4 sfiorando la serie A. E la scorsa estate ecco la chiamata del Bari che lo riporta sulla breccia della serie A.

    I refrain

    Alcune espressioni del coach ligure sono diventati autentici cult. Su tutte, 'Alleno per libidine' con cui si presentò ai tifosi biancorossi che, poco tempo dopo, hanno adottato il termine di stampo prettamente ligure. E poi 'Se vogliamo, possiamo' e 'Non dimentichiamo chi siamo e da dove veniamo'. Chi pensa si tratti di semplici frasi fatte, però, si sbaglia. Perché il segreto del successo di Ventura è proprio nell'essere artefici del proprio destino e nel mantenere le motivazioni al massimo. I giocatori biancorossi ci scherzano su (spesso al tecnico è capitato di vedere i suoi slogan esposti nello spogliatoio), ma mai tradiscono la saggezza del loro allenatore.

    Le conoscenze

    'Ho scelto Ventura perché le sue squadre la domenica mostrano ciò che provano in settimana'. Con queste parole l'ex ds Perinetti descrisse il mister genovese. Ed in effetti, le 'conoscenze', come le definisce lui, sono un cardine del calcio di Ventura. Il Bari docet. Nulla nello scacchiere biancorosso è improvvisato: i giocatori eseguono movimenti imparati a memoria dopo lunghi esercizi. Il tutto, però, non deprezza le caratteristiche dei singoli cui è lasciata la facoltà di esprimersi ed anche di sbagliare. Perché gli errori forgiano la personalità.

    L'ironia

    Istrione e spiritoso, Ventura ha 'quell’aria un po' così' di chi viene da Genova. Gli piace il dialogo, è sempre pronto a chiarire qualsiasi situazione. Magari condendo il suo eloquio con una battuta degna di Grillo o Villaggio. Anche nei momenti più delicati, prova a sdrammatizzare. Una sorta di 'terapia del sorriso' adottata anche nei confronti della squadra.

    Il progetto

    Il calcio di Ventura non finisce in 90'. La sua è una costruzione con vista perenne sul futuro. Ogni stagione è propedeutica alla successiva. L'obiettivo è ottenere sempre un miglioramento assemblando un gruppo basato su uno 'zoccolo duro' che magari può perdere qualche gemma da rimpiazzare con elementi funzionali ad un progetto. Da quando è a Bari, Ventura sostiene l'esistenza dei presupposti per arrivare in alto. Sta ora a Matarrese assecondare le ambizioni sue e dell'intero popolo barese.

    (Corriere del Mezzogiorno - Edizione Puglia)

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