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  • Barimania:| Concentrati sulla salvezza

    Barimania:| Concentrati sulla salvezza

    • Davide Lattanzi

    E' un momento delicato. Forse per la prima volta da due anni a questa parte, il Bari comincia a provare un po' di paura. Certo, non 'strizza' allo stato puro. Ma comunque un sentimento nuovo per un gruppo che prima ha dominato la B, poi ha sorpreso in A mantenendosi sempre a debita distanza dai guai. Oggi, invece, la classifica è corta, la zona rischio è vicina, le sconfitte sono già tre a fronte dell'unico stop rimediato lo scorso anno di questi tempi. Certo, i punti sono esattamente gli stessi di dodici mesi fa ed il calendario ha riservato per i galletti un avvio tutt'altro che abbordabile. Tuttavia, perdere il meno possibile corrobora sicurezze ed autostima. E soprattutto non peggiora l'umore di un ambiente che si esalta e si deprime con la stessa facilità.

    Diciamo la verità: la sconfitta con la Lazio, malgrado fosse prima in classifica, non se l'aspettava proprio nessuno. Soprattutto non ci si poteva immaginare un Bari così timido e scolastico come mai era accaduto in passato. Un atteggiamento che non dovrà assolutamente essere replicato a Firenze, dove andrà in scena un impronosticabile scontro salvezza. Già, la permanenza. Questa parola farà bene ad inserirsi a caratteri cubitali nella mente sia della squadra, sia della società. Per parte loro, i giocatori devono ritrovare il sacro furore, l'adrenalina, la determinazione e la capacità di saper soffrire tipica di chi lotta per mantenersi a galla. Caratteristiche che devono uniformarsi al calcio propositivo e spumeggiante di Ventura, ma che mai devono abbandonare Gillet e compagni, apparsi, nelle ultime uscite, privi dell'opportuna cattiveria agonistica.

    Da parte sua, la società deve attrezzarsi fin da ora per garantire a gennaio gli innesti necessari a non soffrire fino all'ultimo turno. Un difensore di sicuro affidamento ed un attaccante di peso sono indispensabili. Forse servirebbe pure un esterno offensivo, ma ai tasselli in terza e prima linea non si potrà rinunciare. Per due motivi. Il primo è che in un torneo così strano ed imprevedibile, giocare col fuoco può essere davvero rischioso. Ovvero, non elevarsi un minimo rispetto al gruppetto delle sei-sette compagini destinate a barcamenarsi per sopravvivere è un pericolo da evitare a tutti i costi. La seconda ragione è che il tipo di calcio di Ventura presupporrebbe una certa serenità per essere interpretato al meglio. Lo scorso anno la classifica tranquilla ha esaltato l'entusiasmo dei biancorossi. Dunque, sarebbe bene ricreare le medesime condizioni.

    Forse sarà difficile ripetere il sorprendente decimo posto conseguito dodici mesi fa. Forse non ci si potrà permettere il lusso di sognare l'Europa viaggiando a braccetto con le big, come è avvenuto per gran parte dell’ultima stagione. Ma blindare la massima categoria è d'obbligo. E occorre farlo nel migliore dei modi. Evitando, cioè, ai tifosi biancorossi eccessive sofferenze. I baresi saranno anche lunatici, ma hanno dimostrato con i fatti e con gli abbonamenti (oltre 14mila, uno dei pochi club ad aver aumentato la quota fedelissimi rispetto allo scorso torno) l'infinito amore per il Bari.

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