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  • Barimania:| Un tecnico 'affascinante'

    Barimania:| Un tecnico 'affascinante'

    Ormai ci siamo. Agli inizi della prossima settimana il nuovo Bari comincerà a prendere forma. L'avvio scatterà con il passaggio di poteri dal presidente Matarrese all'attuale dg Garzelli, che diventerà amministratore unico del club. Facile immaginare, però, che il trasferimento del testimone avverrà con tanto di spiegazioni sul nuovo progetto. Difficile, al momento, immaginare che tipo di stagione intenderà predisporre la società: se si tenterà di risalire immediatamente in serie A (magari senza spese folli, ma con un mercato oculato e all'insegna di idee valide), se si andrà incontro ad un'annata di transizione o se la crisi economica è talmente forte da doversi preoccupare di salvare la categoria come prima necessità. Al di là delle intenzioni, comunque, la prima scelta sarà il nuovo allenatore. E una cosa sembra ormai accertata: non si tratterà di un tecnico di rinomata fama.

    Pertanto, sarà il caso di non lasciarsi nemmeno andare a fantasie su chi ha bazzicato negli ultimi anni la serie A. Né sembrano percorribili le suggestioni De Canio e Zeman. Peccato. Perché il trainer materano ha dimostrato di saper vincere a costi contenuti e di saper reggere un ruolo ad ampio raggio, a patto di un progetto solido e a lunga scadenza. Per certi versi, sarebbe stato davvero l'uomo ideale per il Bari. Il problema è che la sua candidatura proprio non viene (chissà poi perché) considerata ai piani alti del San Nicola. Discorso simile per Zeman, perfetto per lavorare con i giovani e grande conoscitore di talenti a basso costo. Il suo appeal almeno riporterebbe un pizzico di entusiasmo nella piazza. Ma anche questa pista, incomprensibilmente, è trascurata. Né sembra avere grandi chance di conferma Mutti, che pure aveva dimostrato serietà ed abnegazione malgrado un momento drammatico.

    Diciamo la verità: sui nomi che circolano con maggiore frequenza, manca quello che susciti un reale trasporto. Iachini ha il curriculum più titolato: ha vinto la B con Chievo e Brescia, ma si è puntualmente smarrito sul più bello. Lerda, invece, non ha superato in pieno la scommessa di Torino, ambiente caldo proprio come Bari. Non convince l'attenzione su Marcolin: apprezzabile la sua voglia di mettersi alla prova, ma Bari pretende qualche garanzia in più. Di Bergodi si dice un gran bene, viene da un torneo senz'altro positivo a Modena, ma privo di sussulti. Stuzzica, invece, di più Torrente: il suo Gubbio vinceva e divertiva. Dalla sua, inoltre, l'ex genoano ha la conoscenza di tanti giovani di proprietà del Bari che dalla Lega Pro torneranno alla base (Galano in primis), nonché la scia di provenire da una stagione vincente: l'ideale contraltare per l'anno terribile dei galletti.

    Chiunque venga, però, dovrà possedere due caratteristiche. Innanzitutto, quella di saper comunicare in modo efficace. Magari senza troppe parole, ma con la dote di aprire il cuore ai baresi, stanchi di promesse non mantenute. La seconda è l'ambizione: la voglia di costruire qualcosa di grande e duraturo, spronando una società depressa e da sempre improntata più alla navigazione a vista che alle imprese. C'era una persona che incarnava certe doti: Antonio Conte. E tutti sappiamo che cosa è stato in grado di realizzare. Ce ne sarebbe un'altra che possiede lo spirito del neo condottiero della Juventus. Il suo nome è Antonio Di Gennaro. E' vero, anche lui sarebbe al primo passo da solo come Marcolin. Ma il suo amore per il Bari (ha giocato in biancorosso e vive in città da anni), la sua competenza, il suo saper guardare in prospettiva sono virtù che i baresi apprezzano. Insomma, qui ci vuole un allenatore bravo, ma anche affascinante. Che in poco tempo sappia riconquistare non solo una città umiliata, ma anche una società che emana chiari segni di stanchezza.

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