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  • Barimania:| Un gruppo senza dignità

    Barimania:| Un gruppo senza dignità

    Era chiaro che nel mirino sarebbero finiti loro. La settimana del Bari è stata contraddistinta dalla seconda, grave, contestazione stagionale. Ed obiettivamente non si possono addossare le colpe ad un tifo che sta sopportando l'insopportabile, che sta incassando sconfitte e soprattutto umiliazioni, senza soluzione di continuità. Stavolta nel mirino sono finiti i calciatori. E non poteva essere altrimenti, dopo la bomba carta fatta esplodere nei pressi dell'abitazione del presidente Matarrese e la dura protesta contro l'ex tecnico Ventura. Obiettivamente si è ecceduto: i calci e gli sputi che hanno colpito alcuni calciatori non sono ammissibili. Ma non è ammissibile nemmeno il comportamento che effettivamente stanno tenendo in campo i giocatori biancorossi. Per carità, si può perdere e persino si può comprendere (anche se è grave che accada ad una piazza come Bari) un'annata storta o una retrocessione. Ma la rinuncia a priori proprio no.

    Valori alla mano, non esiste addetto ai lavori che avrebbe mai pronosticato un disastro del genere. Il Bari non ha una formazione inferiore alle altre concorrenti della bassa classifica. La dimostrazione è che, malgrado tutto, gente come Andrea Masiello, Donati, Almiron, Alvarez, Ghezzal e soprattutto Barreto vanta estimatori e richieste di mercato. Eppure 15 punti in carniere e la miseria di 14 reti realizzate significa praticamente essere assenti dal campionato e non concorrere per alcun obiettivo che non sia la puntuale affermazione dell'avversario di turno. E' vero: l'incredibile serie di infortuni (non casuale, ma motivata da una pessima preparazione atletica) ha avuto il suo peso. Ma a far la differenza è soprattutto il calo vertiginoso di gran parte degli elementi cardine. Blocco mentale e approssimativa condizione fisica possono rappresentare due valide ragioni per prestazioni mediocri. Ma da sole non bastano. Perché spesso le lacune possono essere almeno parzialmente colmate da forza di volontà, applicazione, furore agonistico. Doti che il gruppo biancorosso ha ben presto dimenticato. La squadra appare perennemente in affanno, svogliata, disinteressata a qualsiasi sollecitazione. E questo è davvero imperdonabile.

    Nessuno suona la carica, né i più esperti che dovrebbero conoscere ambiente e contesto, né i più giovani che dovrebbero avere motivazioni altissime per costruirsi una carriera di livello. Nel Bari vince sempre la depressione, lo scoramento. Le parole, i proclami (vedi il giuramento di amore eterno di Almiron), le buone intenzioni sono perse nel vuoto. Società, dirigenti e tecnico (Ventura, perché Mutti ha la sola colpa di aver accettato un incarico impossibile) restano, non foss'altro per i ruoli che ricoprono, i primi responsabili di cotanto sfacelo. Ma la squadra deve assumersi le sue colpe. E non sono poche. Forse i giocatori hanno ancora il tempo per salvare, se non la serie A, quantomeno la faccia. Per non passare alla storia come una delle squadre più perdenti di sempre. In caso contrario, non si potrà dar torto a chi definisce questo gruppo privo persino della dignità.

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