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  • Bendoni a CM: 'Con Globe Soccer metto il fair play al centro del pianeta calcio e vi racconto il calcio italiano visto da Dubai'

    Bendoni a CM: 'Con Globe Soccer metto il fair play al centro del pianeta calcio e vi racconto il calcio italiano visto da Dubai'

    • Gianluca Minchiotti

    In esclusiva ai microfoni di Calciomercato.com parla Enrico Bendoni, giornalista, dirigente (ex Juventus e Lazio) ed esperto di comunicazione integrata. Bendoni è il fondatore di Bendoni Communication, la società che ha creato e sviluppato Globe Soccer, per aprire un dialogo intercontinentale volto a facilitare le relazioni ed il dibattito tra le principali istituzioni del calcio, le leghe, le federazioni e tutti gli operatori del calcio mercato. All'edizione di quest'anno di Globe Soccer (la quarta), che si terrà a Dubai il 28 e 29 dicembre, e nella quale verranno consegnati i Globe Soccer Awards per il 2012, è legato anche un gioco per la promozione del fair play, dell’etica sportiva, dell’onestà e del senso di appartenenza ad una comunità. Su Calciomercato.com, media partner dell'evento, puoi lanciare il tuo slogan legato al fair-play e volare a Dubai per assistere al Globe Soccer Gala Dinner (CLICCA QUI PER LA PAGINA DEL GIOCO).  

    Perché questo premio, come è nata l'idea del Globe Soccer Award?

    "Per rispetto nei confronti di alcune categorie di addetti ai lavori escluse da sempre da riconoscimenti. Non esistevano Premi, internazionalmente considerati, riservati agli agenti di calciatori e ai dirigenti dei club. Globe Soccer è un evento pensato per occupare uno spazio tecnicamente importante al servizio di chi opera in un settore così difficile e spesso in condizioni di reale emergenza. La nostra intenzione ha trovato il consenso delle istituzioni specializzate, la EFAA per gli agenti e la ECA per i club, e i Globe Soccer Awards sono diventati una realtà che oggi qualifica in termini di meritocrazia questi importanti personaggi". 
     
    Perché è stata scelta Dubai come sede della premiazione?
    "Per accompagnare Globe Soccer, nato idealmente il 4 gennaio 2010 giorno della spettacolare inaugurazione della torre più alta del mondo: la prima edizione ha sposato la Burj Khalifa, 828 metri di altezza, e la seconda, ha preso a consegnare gli Awards nella cerimonia che si tiene ai piedi del gigante, nel fantastico scenario dell’Armani Hotel. Un premio così particolare doveva pretendere una sede fuori dal comune ed ha finito col diventare un appuntamento da non perdere, anche in ragione della crescita degli Awards che oggi – oltre agli agenti e ai dirigenti – spettano al calciatore e alla squadra dell’anno, con sezioni speciali per l’area degli Emirati".
     
    Perché è stato scelto l'argomento del fair-play come slogan per l'edizione di quest'anno? 
    "Il fair play dovrebbe essere al centro di ogni discorso inerente lo sport. Il termine “sportivo” da sempre è sinonimo di un comportamento leale, ispirato all’amicizia e al rispetto, alla possibilità di esprimersi con gli altri in una forma di integrazione di alto significato morale. Per questo è un bene ogni tanto ribadirlo e farlo in occasione del ponte tra il Natale e la fine dell’anno ci sembra quanto mai giusto".
     
    Ci può raccontare qualche aneddoto curioso relativo alle edizioni precedenti?
    "Più che altro vorrei ricordare cosa è uscito dalla Dubai International Sports Conference che si accompagna a Globe Soccer. Abbiamo ascoltato Fabio Capello anticipare che la Coppa del mondo del 2022 in programma nel Qatar non potrà essere disputata in estate ma dovrà ripiegare sul mese di gennaio. Il presidente della Confederazione asiatica ha invece dichiarato che il futuro del calcio spetta al Continente che vanta il 60 per cento della popolazione mondiale, invitando tutti a farsene una ragione. Il numero 1 del Barcellona, che sarà a Dubai anche il 28 e 29 dicembre 2012 per la terza volta consecutiva, pubblicamente ha ricordato che al centro del programma del Barca c’è solo la conquista della Cina, sotto forma di un dollaro a cinese, per oltre 1 miliardo e mezzo di buone intenzioni. Forse è sbagliato entrare in questi particolari, in quanto Globe Soccer nelle sue prime tre edizioni ha affrontato temi di grande delicatezza per il futuro del calcio, partendo dalle posizioni dichiarate dalla FIFA e dall’UEFA. Anche stavolta, con il presidente della Confederazione Europea, Michel Platini, vivremo un’edizione ricca di significato". 
     
    Quali sono gli obiettivi per il futuro di Globe Soccer?
    "Gli stessi che hanno giustificato la nascita. Globe Soccer risolve un problema. Gennaio è l’ultima finestra del mercato calcistico, con le problematiche dettate dai risvolti di classifica e da risultati che non sempre confermano ambizioni e programmi. Gli addetti ai lavori sono costretti ad agire velocemente e la sosta per le festività arriva a ridosso delle prime negoziazioni. Cosa poteva servire di più di un momento di incontro intercontinentale, in un Paese climaticamente perfetto a dicembre, collegato dallo scalo più avanzato del mondo, in una città magica e in costante trasformazione. Dubai negli ultimi anni si è trasformata nella capitale del calcio di fine anno e  questo ci fa piacere".
     
    Dall'osservatorio di Dubai, il calcio italiano come viene visto?
    "Il calcio italiano ha caratterizzato, insieme al Brasile, il primo secolo del football. Nove titoli mondiali per due Paesi in grado di proporsi come realtà guida in tutto il mondo. L’Italia suscita ammirazione e studio, voglia di apprendere, siamo dei maestri. Non a caso abbiamo voluto a Dubai i nostri tecnici più affermati. Fabio Capello li rappresenta tutti e Alberto Zaccheroni, campione d’Asia con il Giappone, testimonia bravura e preparazione, come Walter Zenga,che allena negli Emirati Arabi Uniti. Come loro vincono all’estero Mancini in Inghilterra, Ancelotti, prima al Chelsea ora al PSG, Spalletti in Russia, il Trap in Irlanda dopo le campagne in Germania, Austria e Portogallo. Per non dire di tanti altri. Siamo in sintesi il Paese del football, di  Coverciano, della tecnica e della tattica. Del Piero, un anno fa, è stato a Globe Soccer per il Premio alla carriera, al fianco del calciatore dell’anno Cristiano Ronaldo. Stavolta potrebbe toccare ad Andrea Pirlo, presto a Totti. L’Italia è di casa a Dubai e la FIGC è stata tra i primi ospiti, nel 2008, quando Giancarlo Abete inviò la Coppa del Mondo a fare da ambasciatore del calcio italiano campione in carica".
     
    In quella zona geo-politica, in Qatar, si terranno i Mondiali del 2022. Com'è la situazione attuale e quali saranno le problematiche da risolvere?
    "La FIFA ha assegnato l’organizzazione della Coppa del Mondo 2022 con oltre dieci anni di anticipo, una cosa senza precedenti ma decisamente corretta. Questa possibilità offerta al Qatar ha acceso l’interesse in tutta l’area degli Emirati Arabi e il tempo a disposizione servirà a stimolare programmi, realizzazioni, crescita e rapporti internazionali. Certo le problematiche esistono e sono note. Proprio a Dubai, il 28, chiederemo a Platini come si potrà garantire il flusso turistico richiamato da tante rappresentative nazionali in un’area che non è più grande di una regione italiana. La sicurezza è un tema delicato. Al pari del clima da 50 gradi che teme Fabio Capello e non solo. Se si giocherà in giugno  avremo stadi refrigerati, ma i milioni di tifosi candidati alla trasferta non potranno restare chiusi negli impianti per circa un mese…".


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