Bertolini attacca: 'Per certi club donne sono solo immagine, ora basta. Ferme sei mesi, Europa a rischio'
DISCRIMINAZIONE - Bertolini si concentra sulla ripresa degli allenamenti e sottolinea la disparità di trattamento tra uomini e donne in molte società: "Saremmo tornati a parlare di calcio femminile e così, con tutte nelle stesse condizioni, il torneo sarebbe potuto ricominciare. Ci sono state squadre, invece, che mentre facevano allenare gli uomini non trovavano un campo per le donne. E' accettabile? Non è discriminazione? La verità è che c'è ancora qualcuno che si rifiuta di capire che queste ragazze sono un patrimonio del calcio italiano. Giudichiamo i fatti. Su 12 squadre, due, Juve e Milan, hanno considerato le atlete un valore, dando loro dignità. Io capisco le difficoltà dei quattro club dilettantistici, ma i restanti sei? Sono rimasti fermi, e questo dice tanto. Ci dice che avere la sezione femminile per alcune società è un investimento importante, per altre è solo una questione di immagine, priva di sostanza".
ALLARME - Un anno dopo i quarti di finale al Mondiale, il patrimonio delle Azzurre rischia di svanire: "Quella Nazionale veniva da due stagioni di lavoro durissimo - spiega Bertolini -. Purtroppo oggi si è perso di vista il bene generale, a favore degli interessi particolari. In Italia manca una visione più ampia del calcio femminile: non si possono lasciare le calciatrici senza allenamenti per sei mesi... Le altre nazioni vanno più veloci, non ci aspettano". La ct auspica quindi una partenza anticipata del campionato 2020/21: "Entro la prima quindicina di giorni di agosto, per poter arrivare a giocare con almeno un mese di partite nelle gambe e con una preparazione adeguata, sennò non saremo in grado di affrontare alla pari le avversarie (Israele e Danimarca, qualificazioni europee a settembre, ndr). Ma nel futuro ci deve essere una progettualità, servono investimenti forti e non di facciata. Fin qui, invece, ho visto molte chiacchiere e pochissimi fatti".
RISCHIO - Un altro rischio è che le migliori calciatrici migrino all'estero: "Se non mettiamo le ragazze in condizioni di parità, rischiamo di perderle. E arriviamo al professionismo: culturalmente in Italia siamo ancora indietro ma non ha più senso implorare per avere cose che ci spettano. Il calcio femminile merita, e basta".