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  • Bierhoff: Oliviero-bomber vero e quel golden gol che ha cambiato la storia. Bonucci: il più odiato dagli antijuventini

    Bierhoff: Oliviero-bomber vero e quel golden gol che ha cambiato la storia. Bonucci: il più odiato dagli antijuventini

    CAMPIO-NATI l'1 MAGGIO. Buon compleanno a

    LEONARDO BONUCCI,1987, difensore della Juventus e della Nazionale. Tra i più amati dai tifosi bianconeri e tra i più odiati dagli antijuventini. Spesso al centro di polemiche, usa   i social network per gettare benzina sul fuoco. Celebre il suo tweet “Sciacquatevi la bocca“ dopo il burrascoso Juve-Roma 3-2 dello scorso campionato, definito “inopportuno” anche dal team manager della Nazionale Lele Orali.  Dopo la recente, contestatissima vittoria con la Fiorentina, ha postato il video di se stesso che alla stazione di Firenze canta “La capolista se ne va”. The Guardian lo ha più volte inserito tra i migliori 100 giocatori dell'anno. E' fortissimo di testa, anche nei confronti degli arbitri.

    OLIVER BIERHOFF, 1968 ex attaccante tedesco, in Italia di Ascoli, Udinese, Milan e Chievo. Uno scudetto col Milan nel 1998-99, campione europeo con la Germania nel 1996,  capocannoniere in serie B nel 1992-93 (20 gol) e in serie A nel 1997-98 (27 gol) Fu acquistato dall'Inter nell'estate 1991, ma non ha mai indossato la maglia nerazzurra E' team manager della nazionale tedesca. Un mago del colpo di testa, ma tecnicamente scarso con i piedi. Massimo Cacciatori, preparatore dei portieri quando era all'Ascoli, così ricorda i suoi inizi italiani “Spesso, a fine allenamento, Oliver si fermava con noi per tirare in porta. Aveva problemi di coordinazione, non era sciolto di bacino, aveva difficolta' a fare certi gesti tecnici, non usava il sinistro e calciava quasi solo di piatto. Saltava male, battendo a terra con tutti e due i piedi".
    Fu l'eroe degli Europei 1996. Nella finale contro la Repubblica Ceca entrò a 25 minuti dalla fine con la Germania sotto di un gol. Siglò il gol del pareggio al 73' e poi il primo golden goal della storia del calcio. 

    Nell'ultima stagione,nel 2003, a 35 anni, realizzò col Chievo una tripletta alla Juve. Che vinse 4-3 Era il 24 maggio, ma in questo caso lo straniero passò eccome.


    GIUSEPPE VOLPECINA, 1961, ex terzino sinitro di Palermo, Pisa, Napoli, Verona, Fiorentina, Casertana partecipa alla conquista del 1º scudetto storico del Napoli nel 1986-1987, siglando il gol del definitivo 3-1 nella storica vittoria partenopea a Torino sulla Juventus. "Ogni tanto si avvicina qualcuno e mi dice che quel giorno era a Torino, e poi mi racconta il gol. Comincio a pensare che avrei dovuto segnarmi tutti i loro nomi in questi trent'anni, perché non c'erano così tanti napoletani allo stadio. Sono un uomo fortunato a cominciare da quel gol, nato dall'egoismo di Andrea Carnevale: che parte e non la scambia con me nonostante gli avessi chiamato il pallone, e poi è costretto a darmela. Se avesse passato prima, cambiava tutto, e si sarebbe ritrovato solo davanti alla porta. Invece, ha tergiversato e per questo finisco in fuorigioco. Alla fine, sul limite dell'area, finalmente, la tocca, io mi fermo e tiro". Un sinistro angolato, che finisce alla destra di Tacconi, che non può arrivarci. È il terzo gol, dopo quelli di Ferrario e Giordano che avevano ribaltato l'iniziale vantaggio della Juventus con Laudrup. Col suo gol, il Napoli capì che poteva vincere lo scudetto. Con la Fiorentina giocò la doppia finale di Coppa UEFA 1989.90 contro la Juventus

    CHRISTIAN MANFREDINI, 1975, ex centrocampista italo-ivoriano (fu adottato da una famiglia italiana quando aveva 5 anni. Appartiene alla categoria dei “talenti inespressi”. Ha dato il meglio di sé nei due anni nel Chievo di Delneri (promozione in A e prima stagione nella massima serie). Nell'estate 2003 passò in prestito alla Fiorentina in serie B per poi trasferirsi a gennaio al Perugia in serie A. A fine stagione le due squadre si affontarono nello spareggio tra la quartultima della A e la sesta della B per un posto nella massima serie nel campionato successivo. Dal 2004 al 2011 è stato alla Lazio, ma nelle ultime 2 stagioni era fuori rosa: "Peccato per le ultime due stagioni in biancoceleste, perché la situazione poteva essere risolta diversamente. Per scelta tecnica non rientravo nei piani della squadra ma la società oltre a non voler discutere la mia situazione contrattuale non mi faceva nemmeno allenare col gruppo, potevo farlo solo in orari diversi dal resto della squadra. Una cosa assurda che la Lazio usa fare: basti pensare a quello che è successo a Negro, Dino Baggio, Stendardo, Pandev o Ledesma. Ho dovuto fare causa alla società per questo loro atteggiamento e ho vinto. Una gestione stupida che avrebbe potuto trovare soluzioni migliori. Nella disgrazia ho avuto diciamo la fortuna che ciò mi è capitato a 34 anni, sul finire di carriera, ma è chiaro che quei due anni li avrei potuti sfruttare giocando e divertendomi altrove, come sto facendo ora con la Sambonifacese dove sto mettendo al servizio della squadra la mia esperienza". Dalla Sambonifacese si svincolò però durante il mercato invernale. Nel maggio 2012 firmà per l'Agropoli, in serie D e il 16 gennaio 2013 passa al Picciola, in  Promozione. Il 3 marzo scorso è diventato allenatore del Valdiano, nell'Eccellenza campana. Interessanti le sue considerazioni sul razzismo nel calcio italiano:
    "In Italia, a differenza di altri paesi, non c’è una storia coloniale che ha fatto si che persone di colore si siano integrate in territori diversi da quelli africani – ha aggiunto il classe ’75 di Port Bonnet – . Sono convinto che adesso che bambini di colore frequentano le stesse scuole di bambini non di colore, porteranno fra dieci-quindici anni ad una maggiore integrazione. Io non ho mai sofferto degli ululati razzisti che mi venivano fatti perché non mi sono mai sentito solo, ma circondato di affetti e di amici che mi hanno sempre fatto capire come non bisognasse darla vinta ad una minoranza ignorante. Altri miei compagni, come ad esempio Dabo, invece hanno sofferto davanti a certi episodi. Io credo che prima o poi si arriverà ad una uniformità di vedute perché è inevitabile, a prescindere dalle basi culturali dei singoli soggetti".

    FABIO BRINI, ex portiere, di Ascoli, Udinese, Vicenza e Avellino: "Da calciatore il ricordo più bello è stato quando ho esordito in Serie A con l'Ascoli a San Siro contro l'Inter, dove parai un rigore ad Altobelli e la partita finì 0-0. E poi sicuramente a Udine, dove ebbi l'onore di giocare con grandi campioni: Zico, Causio, Mauro, Virdis".  Come allenatore ha ottenuto 3 promozioni dalla C alla B (Ancona 1999-2000, Salernitana 2007-08 e quella storica del Carpi nel 2012-2013). Nel campionato in corso ha allenato il Pavia dal 20 dicembre al 13 marzo, solo dieci partite in cui ha collezionato 16 punte, lasciando la squadra al 5' posto.

    ALEXANDER FARNERUD, 1984, centrocampista svedese del Torino.
     Il 14 aprile 2014, riportò la rottura del crociato anteriore del ginocchio sinistro durante un allenamento.  6 maggio 2015: durante una semplice rifinitura del sabato mattina nuova rottura del crociato anteriore, di nuovo al ginocchio sinistro. E' stato calcolato che ogni sua presenza conla maglia granata è costata 52.450 euro

    NICOLO' MANFREDINI, 1988, portiere del Modena, non è parente di Christian
    BARTOSZ SALAMON, 1991, Difensore polacco del Cagliari ex Sampdoria

    FRANCESCO FORTE 1993, Attaccante del Termo, in prestito dall'Inter
    LUCA PALMIERO, 1996, centrocampista della Paganese, in prestito dal Napoli

    Cesare Bardarossa Bardaro

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