Un po’di sano e populistico scandalismo – solo un po’… – avrebbe forse salvato il calcio da certe aberrazioni. Che Ibrahimovic pretenda 15 milioni di euro all’anno pur non essendo il miglior calciatore del mondo viene ormai considerato normale, matematico, scontato. Altrettanto devo dire Thiago Silva che guadagnera’ una cifra spropositata nemmeno fosse Beckenbauer. E identico discorso si puo’fare per il nuovo contratto di Cristiano Ronaldo che costera’ al Real 25 milioni di euro l’ anno. Non si solleva una minima reazione per una serie di luoghi comuni: quelli sono sceicchi e i soldi li hanno, e’ la legge del mercato, se mi vuoi devi pagare, cosi’ funziona il calcio. E cosi’ via. Il calcio non solo ha fatto diventare i soldi il centro gravitazionale dell’intero sistema – e questo in fin dei conti e’ sempre stato cosi’… – ma ne pretende ormai cosi’ tanti per competere, da restringere sempre di piu’ l’elite di chi puo’ aspirare alla vittoria. Il fallimento del Fair Play finanziario – di cui vedo che pochissimi parlano – e’ sotto gli occhi di tutti e anzi certe operazioni degli ultimi anni mi sembrano addirittura in aperta sfida a Platini che o cedera’ ai nuovi ricchi oppure dovra’ fare una lunga guerra di resistenza per non essere scalzato via. Una vittoria a certi livelli ormai puoi comprartela, costera’ una cifra quanto il PIL di un paese in via di sviluppo, ma puoi comprartela. Eppure certe cifre ormai non suscitano piu’ alcuna reazione, il calcio e tutto l’ ambiente che lo circonda e’ letteralmente incapace di scandalizzarsi, impotente e rimbambito.

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Cedere Ibrahimovic e Thiago Silva non mi commuove ne’ tantomeno indigna. Solo che difficilmente il Milan di questo passo tornera’ a fare grandi cose in Champions League. E non tanto perche’ il problema sara’ il Milan stesso, quanto perche’ le squadre dei nuoviricchi hanno ormai rovesciato il tavolo. E del resto il Milan del primo Berlusconi alla fine degli anni 80 fece la stessa cosa…

F,Bocca La Repubblica