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  • Bologna, Cazzola:|'Stadio nuovo? In centro'

    Bologna, Cazzola:|'Stadio nuovo? In centro'

    ’ TUTTA un’amarezza. Tre anni fa Cofferati le preferì il traghetto per le ferie. Ora ci si mette pure Merola...
    «Il candidato sindaco non ha fatto una gaffe. Merola non lo sapeva proprio che il Bologna è in serie A, ne sono certo. Non è una colpa non avere interesse per una certa cosa. La colpa è non essere informati». AlfredoCazzola, di nuovo in sella, amministratore delegato del Bologna calcio. In tv ha fatto una risata sullo svarione incredibile del candidato sindaco. Ma non lo banalizza poi tanto. Dimostra invece di considerarlo specchio di qualcos’altro. Qualcosa di terribilmente serio.

     

    Magari rimpiange di non averlo sfidato alle elezioni.
    «No, no, ho resettato la politica. Ora sono tutto dedito allo sport».
     

    Nell’arena lascia Daniele Corticelli. Ha detto che lo voterà.
    «E’ giovane, pieno d’entusiasmo, non è invischiato nelle camarille».
     

    Cosa sono le camarille?
    «I sistemi di piccoli poteri cittadini. E metto bene in chiaro: piccoli. Perché qui di grandi poteri non ce ne sono».
     

    E così ha scaricato il giovane Manes Bernardini, il leghista sulla cresta dell’onda.

    «Lui andrebbe benissimo. Lo conosco, è persona molto seria e credibile. Un candidato validissimo».
     

    Ma...?
    «Ma ho visto come si è comportata la Lega con l’inno di Mameli. Non si può uscire dall’aula. E’ sconvolgente».
     

    Bernardini scaricato per il patriottismo. Intanto il suo socio Giovanni Consorte sta con Stefano Aldrovandi.
    «Lui non posso proprio votarlo. Ha un pesantissimo conflitto d’interessi».
     

    Merola è certo di vincere al primo turno.
    «Ho i miei dubbi. Basta andare per strada e chiedere chi è Merola. A: la gente non lo sa. B: lo confonde con l’attore napoletano».

     

    Però facendo la somma della coalizione ce la può fare. Ha sicuramente il voto d’apparato.
    «Quello ce l’aveva anche Delbono. Che mi pareva anche più conosciuto e più credibile».
     

    Più credibile detto da lei fa impressione.
    «Più credibile perché era sponsorizzato da Prodi».
     

    Se Merola diventa sindaco gli ripresenta una Romilia due?
    «No, no, proprio non voglio parlare di stadi. L’argomento mi è venuto un po’ a noia. E poi porta male. Sennò finisce che mi dicono: stai sempre lì a far dei muri. Veramente, e vorrei lo scrivesse, il buon Cazzola nella sua vita non ha mai chiesto licenza di costruire a Bologna».

     

    Ma lei comanda nel Bologna, dovrà occuparsi di stadio.
    «Intanto mi devo concentrare su altro, serve un salto di qualità sul piano sportivo. Il Bologna non è ancora uscito dal guado».
     

    Prima o poi arriverà la seconda fase.
    «Quando ci saremo consolidati, verrà il momento per pensare possibili, future infrastrutture».
     

    In parole povere, un parco tematico. Dove?
    «In città, nell’area più centrale possibile. Sicuramente a nord».
     

    S’ispira al modello Torino?
    «Torino la conosco molto bene. Negli anni Novanta sono stato chiamato a reggere le sorti disastrose della fiera dell’auto. Penso di aver dato un buon contributo».

     

    Fassino, candidato sindaco, è venuto in città a trovare Merola. Torino pare un bel pezzo avanti su Bologna.
    «Forse sarà bene ricordare che grazie alle Olimpiadi loro hanno avuto tre miliardi. E con quei finanziamenti hanno risolto gran parte dei problemi strutturali della città. Io vorrei che Bologna copiasse di Torino il piano strategico. Se dobbiamo prendere un esempio, il modello è quello».
     

    Lei c’era.
    «Ho partecipato anch’io a quel piano. Aveva una caratteristica precisa: era coinvolta tutta la città. Le realtà economiche, culturali, religiose. Un programma di vent’anni. Un piano di crescita condiviso da tutta la comunità».

     

    A Bologna, invece...
    «In questi due anni ho sentito parlare di brutte copie di piani strategici. Un comitato di saggi, dieci uomini in un salotto. Non si fa così. E poi devono essere escluse le appartenenze politiche».
     

    Quindi abbiamo la certezza che a Bologna non si farà mai. Le Universiadi, invece?
    «Progetto interessante. Ma non vedo l’ambizione, l’impegno, l’autorevolezza».
     

    La politica è divisa. Il nemico è il collega di partito.
    «E’ vero ma i cittadini non lo avvertono. Sicuramente la città ci rimette un bel po’».

     

    Non tutti hanno lo stile di Maurizio Cevenini.
    «Però vorrei dire una cosa che pensano tanti. Maurizio è un amico. E’ sorprendente che faccia la campagna elettorale da capolista e non da candidato sindaco. Da commentatore esterno mi viene da dire: questa presenza inficia tutta la credibilità della malattia. Sicuramente è il partito per primo a credere poco in Merola. Altrimenti non avrebbe chiesto un sacrificio così a Cevenini».
     


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