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  • Bologna,| Gazzoni contro Carraro: 'Non lo voto'

    Bologna,| Gazzoni contro Carraro: 'Non lo voto'

    L'ex numero uno della Figc: "Io non mi sento di chiedere scusa alla città e ai tifosi". E Gazzoni: "Nel 2005 qualcuno ci ha fatto un torto".
    Il duello Carraro-Gazzoni, l'ex presidente del Bologna: "Non lo voterò".
    «Io non mi sento di chiedere scusa». «Votarlo? Avevo dei dubbi e non ho cambiato idea...». Per la prima volta faccia a faccia dopo la caldissima estate del 2005, tra Franco Carraro e Giuseppe Gazzoni Frascara è rimasta la stessa distanza di allora. Da un lato la certezza «matematica» del primo di aver operato «secondo le regole», dall'altro la diffidenza quasi rassegnata del secondo: «Non ho ascoltato nulla di nuovo, conosco la sua difesa a memoria». Sullo sfondo resta ancora la causa intentata da Gazzoni allo stesso Carraro nel 2008: «Il giudice deciderà, di certo qualcuno all'epoca sbagliò».

    IL DUELLO - A organizzare il confronto è stato il «Resto del Carlino», padrone di casa della sfida. Troppa ghiotta l'opportunità di provare a ricucire una ferita mai sanata nella Bologna sportiva: la retrocessione in serie B del 2005 e la battaglia estiva della società di farsi riammettere in A, denunciando le irregolarità di Messina e Reggina. Un tentativo fallito (i rossoblù restarono tre anni tra i cadetti), ma che i fatti successivi e soprattutto il terremoto di Calciopoli rivalutarono come fondato, tenendo sempre presente che Carraro, all'epoca presidente della Federcalcio è uscito indenne, come ha ricordato, da tutti i procedimenti a proprio carico.

    CARRARO - «Se mai il Bologna fosse stato danneggiato, io non c'entro nulla. Il mio comportamento è stato definito corretto dalla giustizia e non da me», ha esordito Carraro, carte alla mano, la stessa che Gazzoni, in principio, ha stretto all'apparenza quasi controvoglia. Quindi ha ripercorso le vicende di quei due mesi, compresi i cinque gradi di giudizio che alla fine salvarono il Messina e la fidejussione che garantì la Reggina. «Il Consiglio Federale non aveva competenza per decidere, noi non c'entriamo nulla con le iscrizioni ai campionati», il leit-motiv che Carraro ha ripetuto più volte: «Non posso dirmi matematicamente certo che entrambe fossero in condizione di essere iscritte, non sono un giudice. Ma posso farlo sul fatto di essermi comportato secondo le regole».

    GAZZONI - Gazzoni ha lasciato spesso spazio all'avversario: «Sono passati otto anni, anche per me rancori e dispiaceri si sono attenuati nel tempo», ha spiegato, senza dimenticare però «che il Bologna ricevette un muro di gomma dalla federazione, senza mai una risposta alle nostre lettere». Insomma, è sembrato dire l'ex presidente del Bologna, era tutto già deciso: «Qualcuno il torto l'ha fatto, le cose non sono state fatte secondo le regole». Ad incalzare Carraro anche l'alleato Manes Bernardini, leader regionale della Lega che però ieri allo stadio ha volantinato contro la sua candidatura: «Non si sente di chiedere scusa alla città, sarebbe un gesto bellissimo per iniziare la campagna elettorale?». No, Carraro non se l'è sentita: «Ho tutta la comprensione per la sofferenza dei tifosi, ma non chiedo scusa. Sarebbe un atto demagogico e io dico solo quello che penso». Laconico Gazzoni a fine confronto: «Votarlo? Avevo dei dubbi e non ho cambiato certo idea».


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