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  • Bolognamania: Il coraggio di chiedere scusa

    Bolognamania: Il coraggio di chiedere scusa

    Raramente negli ultimi anni si è vista in casa Bologna una figuraccia come quella che i rossoblù hanno rimediato domenica all’Olimpico contro la Lazio: 6-0, risultato tennistico che ha anticipato di una settimana l’inizio degli Internazionali di tennis del Foro Italico. E poi ringraziare i biancocelesti che a metà ripresa si sono fermati, altrimenti il passivo avrebbe potuto raggiungere dimensioni record, anziché ricalcare quello dell’ultimo 6-0 subito in serie A dal Bologna, stagione 1990/91, quando i rossoblù di Radice già retrocessi furono travolti dal Milan di Sacchi e degli olandesi. Va bene tutto, i 40 punti, la salvezza praticamente acquisita, la rilassatezza dopo un campionato comunque difficile ma certe figure sono un’onta difficile da lavare via. E se proprio arriva la giornata no, quella in cui agli altri riesce tutto e a te nulla, servono due cose: un minimo di amor proprio e di atteggiamento grintoso in campo, specie quando il divario nel punteggio è già ampio, e l’umiltà di chiedere scusa a fine partita. Cosa che nell’immediato dopogara non ha fatto nessuno dei quattro protagonisti del Bologna arrivati in sala stampa: il presidente Guaraldi, il dg Zanzi, il tecnico Pioli e il capitano Diamanti.

    Qualcosa è arrivato, a mezza bocca, nelle ore successive, ma sarebbe servito subito, un po’ come ha fatto qualche giorno fa Paolo Di Canio dopo il 6-1 subito dal suo Sunderland contro l’Aston Villa. L’augurio è che non sia un segnale, specialmente da parte della società che dovrebbe essere feroce dopo una simile prestazione, di una sorta di rilassatezza, di un accontentarsi del discreto campionato visto finora. Anche perché il Bologna è arrivato a questo finale di campionato col fiato cortissimo, “colpa” di un girone da 28 punti, tra la 14° di andata e la 14° di ritorno, che ha portato la squadra a salvarsi ma che pare aver esaurito ogni energia. Perché questa, come diciamo da agosto, è una squadra da 40-43 punti e nulla più, che avrebbe anche potuto rischiare la retrocessione se qualcosa fosse andato storto. Così non è stato, ma il valore di certe seconde linee contro la Lazio è stato più che evidente.

    Il ko in casa laziale non deve condizionare eccessivamente certi giudizi, ma deve fare da campanello d’allarme per una società che in estate ha indebolito quel Bologna da 51 punti (e pensare che c’era chi credeva di poter bissare agevolmente, a Casteldebole) trasformandolo in una squadra da salvezza risicata. E a pochi giorni dalle parole di Pioli, che ha fatto sapere di voler alzare l’asticella rispetto a quest’anno, la bastonata romana deve rappresentare un monito in vista del prossimo mercato: per nessuna ragione la squadra deve essere ulteriormente indebolita, perché a forza di scherzare con il fuoco poi si finisce per bruciarsi. E a quel punto, nessuna scusa sarà accettabile, al contrario di quelle – peraltro poco convinte – che possono arrivare dopo un 6-0.

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