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  • Bolognamania: la riconoscenza, questa sconosciuta

    Bolognamania: la riconoscenza, questa sconosciuta

    • Greta De Cupertinis
    C'era una volta un ragazzo con un sogno nel cassetto, partito dalla Guinea con un pallone fra i piedi alla ricerca della felicità e di un'opportunità per dimostrare il proprio talento. C'è oggi un ragazzo che quella opportunità l'ha trovata ma che invece di coltivarla ha deciso di buttarla nel fango, chiedendo prima di essere ceduto ad un grande club e poi impuntandosi talmente tanto da non presentarsi in ritiro al momento della convocazione. Bologna l'ha accolto, l'ha adorato, l'ha fatto crescere: perchè comportarsi così?

    Stiamo parlando di Amadou Diawara, da mesi al centro del mercato del Bologna, ora al centro di un ciclone mediatico e di una situazione paradossale di cui lui è il primo responsabile. Ma facciamo un passo indietro: domenica scorsa il ragazzo era atteso, insieme ai compagni, alla Stazione Centrale di Bologna per partire alla volta di Castelrotto, sede del ritiro rossoblù. Passa il tempo ma Amadou non arriva, non si trova presso la sua abitazione, il suo agente non risponde ed il suo telefono è staccato.

    Già nelle settimane precedenti all'episodio il botta-risposta fra il procuratore Daniele Piraino e la società, per quanto riguarda il futuro del ragazzo, si era fatto forte e teso ma nessuno nell'ambiente credeva che un professionista, seppur così giovane e seppur malconsigliato passo dopo passo dal suo entourage, potesse prendere una decisione come quella di non presentarsi in ritiro.

    "Ci siamo sentiti traditi, in tutta la carriera non mi è mai capitata una situazione del genere" ha affermato il capitano del Bologna Daniele Gastaldello, "Siamo delusi e probabilmente gli stanno mettendo cose in testa che vanno oltre la sua comprensione" ha sottolineato Mr Donadoni. Quello che è certo ed è sotto gli occhi di tutti è che un comportamento del genere, per una società che l'ha lanciato e coccolato, non solo era evitabile ma fondamentalmente inammissibile.

    Ora, a cinque giorni dalla disertazione del ritiro, non si sa ancora esettamente dove sia Diawara. Sembrava fosse volato in Guinea per stare insieme alla sua famiglia e lontano dai rumors, poi a Londra dal suo tutore Tounkara, addirittura forse non si è mai mosso da Bologna. Il telefono sempre spento, un futuro che ormai è certo non sarà più sotto le Due Torri.

    Nessuno uscirà vincitore da questa situazione e anzi, essere arrivati a questo punto non fa il bene di nessuno: la società dovrà tenere una linea dura nei confronti di Diawara ma allo stesso tempo cercare di cederlo, sperando che questa mossa controproducente non l'abbia svalutato troppo.

    Intanto, per la prossima settimana, è stato fissato un incontro con la Roma per tentare di trovare l'accordo per il trasferimento del calciatore nella Capitale. Nel frattempo sotto le Due Torri non si è perso tempo: per guidare il centrocampo del Bologna nella prossima stagione è arrivato infatti a titolo definitivo il giovane ungherese Adam Nagy, con la speranza che ripercorra le orme di Diawara sul campo e non fuori.

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