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  • Bolognamania:| Spiragli e oscuri presagi

    Bolognamania:| Spiragli e oscuri presagi

    Casteldebole, abbiamo un problema. E il problema non è nemmeno il punto raccolto in quattro gare a fronte di un calendario comunque complicato (anche il Cesena, che aveva un avvio parecchio duro, è a zero), ma le lacune strutturali che la squadra, ai primi impegni veri dopo un precampionato troppo soft, ha affrontato. Certo, contro Juventus e Inter si è vista una crescita rispetto alle prime due uscite sinceramente improponibili: il carattere la squadra ce l'ha e lo ha dimostrato sia a Torino in una vera e propria battaglia (anche se con l'uomo in più è stata schiacciata nella ripresa) sia contro l'Inter, quando ha saputo soffrire e trovare il pari prima del crollo a pochi minuti dal termine, complice anche la sfortuna di non aver trovato l'Inter sconclusionata di Gasperini.

    Buon segnale avere carattere all'inizio di un campionato che si preannuncia difficile e tempestoso: già, perché al di là degli exploit di qualche medio-piccola, una costante di tutti gli inizi di stagione (lo scorso anno dopo 4 giornate il Brescia era secondo a 9 punti: inutile ricordare come ha finito l'annata), i segnali che arrivano sono chiari. Non è un anno fortunatissimo - ora Gillet dovrà rimanere fuori 4-5 gare e lasciare il posto ad Agliardi, a pochi giorni dall'inizio del campionato si è fatto male il centrale titolare Cherubin - e la lotta per mantenere la serie A sarà davvero dura, perché il Siena ha comunque buona organizzazione, l'Atalanta ha già saputo cancellare il fardello del -6, il Novara non molla mai e il gruppo Catania-Chievo-Cagliari ha basi solide dallo scorso anno sulle quali lavorare. Il Bologna, invece, ha lacune. Tante, e grosse.

    Perché è una squadra costruita malissimo, partorita da più menti: 32 giocatori, non c'è un regista per fare il 4-3-1-2, non ci sono le ali per un 4-4-2 e non c'è una punta che sappia lavorare spalle alla porta, basilare per una squadra destinata a soffrire sul campo. Tanti doppioni, giocatori inutili, altri che in A non hanno cittadinanza. In mezzo, un tecnico - Bisoli - che sembra avere qualche problema nella lettura delle partite e un credo tattico sconfessato alla terza giornata e l'esigenza di giocare 4-4-1-1 perché dà maggiore equilibrio alla squadra senza averne gli interpreti, adattando Diamanti e Kone a giocare esterni. Un quadro a tinte fosche, e non c'è da stupirsi che dopo quattro partite il bilancio sia deficitario, con due gol segnati e otto subiti, anche perché Di Vaio pare ben lontano dalla migliore condizione e questo per il Bologna deboluccio costruito in estate è un problema molto serio. A gennaio bisognerà intervenire e per farlo serviranno soldi e un ds esperto, capace, magari anche carismatico come il Marino dell'Atalanta.

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