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  • Bolognamania:| Vacillano anche le poche certezze

    Bolognamania:| Vacillano anche le poche certezze

    A San Siro il Bologna ha subito un'altra sconfitta, la numero dodici del suo campionato, ma nonostante tutto è rimasto a +4 sulla terz'ultima in classifica, il Genoa, che continua ad inanellare passi falsi. A tal punto da aver cambiato guida tecnica, passando (con ritardo) da Delneri a Ballardini. Dietro i liguri il Palermo, pronto a tre innesti tra cui la certezza Sorrentino per rimpolpare la rosa e servire a Gasperini giocatori che possano aiutare la risalita dei rosanero. Chi rischia si muove, in entrata. Tranne il Bologna, l'unica delle squadre pericolanti che ha il mercato in entrata assolutamente bloccato, essendo vincolato alle cessioni di esuberi - come Curci, Paponi, Gimenez e compagnia - vendibili più o meno come un ghiacciolo in Alaska.

    Anzi, la novità è che il Bologna è ormai a un passo dalla cessione di Daniele Portanova al Genoa. Una pericolante che vende il suo capitano a una diretta concorrente a gennaio: caso più unico che raro. Saltano dunque anche le poche certezze, dato che volenti o nolenti Portanova in carriera non è mai retrocesso e questo rappresentava una piccola grande garanzia per il Bologna, fin dai tempi dello scambio con il Siena che lo portò in rossoblù al posto di Terzi. Con i toscani subito retrocessi e il Bologna salvo. La lezione (Zanzi era il ds di quel Siena) evidentemente non è servita granché, visto che ancora una volta Portanova è stato ceduto, stavolta a stagione in corso.

    In attesa delle firme sui contratti, che non dovrebbero tardare gran che (al più tardi lunedì dopo Bologna-Roma), resta il problema di un Bologna che continua a indebolirsi invece di operare sul mercato in entrata per consegnare a Pioli dei rinforzi. Questo mercato di gennaio da parte dei rossoblù è a dir poco sconcertante: serviva un portiere e non è ancora arrivato, così come il centrocampista e la punta, inoltre è stato ceduto il capitano e comunque uno dei titolari mentre tanti esuberi sono ancora a Bologna e non hanno alcuna intenzione di sloggiare. Ancora una volta la dimostrazione di una società debole, senza soldi, incapace di fare calcio nel modo più assoluto. E in situazioni del genere, se anche le poche certezze vacillano, il finale sembra scritto.

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