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  • Bolognamania:| Siamo su Scherzi a parte?

    Bolognamania:| Siamo su Scherzi a parte?

    Dunque, resoconto dell'ultimo mese rossoblù. Il 23 dicembre il Bologna, a pochi minuti dal gong, si salva, viene tolto dalle mani per nulla danarose di Porcedda e messo in quelle di una cordata che ha a capo il magnate del caffè Massimo Zanetti, coadiuvato da altri imprenditori facoltosi della zona con quote minori e un progetto che porterà alla creazione di associazioni di tifosi sulla via di un azionariato diffuso. A quel punto, il Bologna sembra una macchina a cui mettere solo carburante: la squadra va bene, ha un discreto margine sulla salvezza anche contando le penalizzazioni, ha un gruppo solido, cementatosi nelle difficoltà, un allenatore seguito e stimato, un ds con il quale squadra e tecnico hanno legato. Mancavano, appunto, i soldi per mandare avanti la baracca.

    Invece, oltre ai soldi, sono arrivati i guai. Sì, perché c'erano due persone che la gente di Bologna non avrebbe mai voluto nella dirigenza rossoblù: Luciano Moggi e Luca Baraldi. Il primo è ancora squalificato, il secondo l'hanno fatto Amministratore Delegato. Con votazione unanime in tutta fretta, perché c'era una conferenza stampa di presentazione da fare, ma subito dopo sono sorti i problemi, perché Baraldi e la squadra si lasciarono malissimo e gli incontri chiarificatori al di là dei comunicati ufficiali tanto chiarificatori non sono stati. Anche i tifosi hanno fatto sentire la propria voce ('Baraldi infame', lo striscione apparso in Curva Bulgarelli il giorno di Bologna-Fiorentina) e i soci minori, mentre Zanetti era in ferie - 24 dicembre-9 gennaio - si sono lamentati della scelta Baraldi e del suo impatto.

    Poi Zanetti torna, conferma Longo, dice che farà il mercato di comune accordo con Baraldi (e già qui c'è qualcosa che stona) e dice che l'Ad non si tocca. Pochi giorni dopo, intervista di uno dei soci minori, inferocito per il decisionismo di Zanetti che ha una maggioranza relativa ma non assoluta (40% circa) e continua a fare il padre padrone. Senza contare che al socio minore - 5% la sua quota - è stato negato il cellulare di Zanetti per motivi di privacy, è arrivato un rimprovero da un dirigente Segafredo per aver osato vedere dal vivo un allenamento a Casteldebole ed è stato vietato, così come agli altri soci minori, di salire sull'aereo della squadra che in fondo i soci minori pagano al 60%. Il tutto denunciato in un intervista di fuoco a un giornale cittadino.

    Zanetti rimanda le polemiche all'assemblea dei soci del 24, intanto Baraldi a margine della partita in Coppa Italia a Napoli sconfessa l'operato di Longo, e infine l'ultima chicca: le associazioni di tifosi vengono presentate, si scopre che ci sono altre sette milioni da mettere altrimenti si rischia il fallimento e sotto sotto viene fatto capire che i tre milioni che deve mettere Bologna 2010 saranno messi da nuovi soci entranti, non da quelli già presenti. Dunque, Zanetti con quattro milioni di euro sul piatto fa il brutto e il cattivo tempo e intanto si chiedono, facendo anche un po' leva sulla paura, 100 euro a fondo perduto (perché non si diventa azionisti, non funziona come i Bot) a tifosi che già settimanalmente spendono per seguire la propria squadra in un momento economico molto difficile. Sì, sembra davvero di stare su 'Scherzi a parte'. Solo che lo striscione non scende mai.

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