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  • Bolognamania:| Così ci si commuove...

    Bolognamania:| Così ci si commuove...

    La lezione più bella, nel disastro societario del Bologna, arriva da quei ragazzi in maglia rossoblù che nel giro di quattro giorni, senza aver preso un euro di stipendio e con le lettere di messa in mora pronte a partire, hanno vinto il derby a Cesena e hanno battuto il Chievo all'ultimo respiro nel recupero della gara rinviata per neve. Un gol, quello di Marco Di Vaio contro i veronesi, che ha fatto schizzare al massimo i decibel del Dall'Ara: un boato come non se ne sentivano da anni, un'esultanza senza freni sotto una curva nella quale si sprecavano gli occhi lucidi. Perché Bologna ha capito di avere una squadra di professionisti e uomini veri, un gruppo dai valori umani, oltre che tecnici, come non se ne vedevano da tempo.

    Ora il margine sulla salvezza è ampio (sette punti, ma dovrebbero diventare cinque dopo la penalizzazione che arriverà a gennaio per il mancato pagamento degli stipendi), mentre si gioca la tumultuosa partita della società: di certo le ultime due imprese sono state uno spot per chi deve salvare il Bologna, e anche la dote di affetto e di pubblico che questa squadra si porta dietro non possono lasciare indifferenti. La partita societaria, tra un colpo di scena e l'altro, sembra (si spera) alla volata finale: Giovanni Consorte sta componendo la cordata e la sua speranza è quella di chiudere la partita nel giro di poche giorni, se non addirittura di poche ore.

    Nel frattempo è venuto allo scoperto quello che sarebbe il capocordata di Consorte, ovvero l'industriale del caffè Massimo Zanetti, già in passato sponsor  e vicepresidente dei rossoblù (in epoca Corioni) e appassionato di calcio, con diversi altri nomi dell'imprenditoria bolognese. Dall'altra parte c'è però il patron Virtus Claudio Sabatini con l'immobiliarista Vittorio Casale, che nelle ultime ore ha rilanciato, dopo un'apparente uscita di scena. Una partita intricata che, per il bene del Bologna, va chiusa il prima possibile. Anche per non gettare alle ortiche il cuore di una squadra che ha commosso una città.

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