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  • Branchini jr: 'Vi dico dove vuole giocare Mandzukic. Costa deve capire Allegri'

    Branchini jr: 'Vi dico dove vuole giocare Mandzukic. Costa deve capire Allegri'

    • Pasquale Guarro
    Dati alla mano è stato per la Juventus uno dei più grandi affari di mercato degli ultimi dieci anni. Perché nel tempo Mario Mandzukic ha dimostrato di essere molto di più rispetto a ciò che almeno inizialmente si pensava potesse essere. Prima o seconda punta, ala, terzino: il croato è un tuttocampista di cui Allegri non può assolutamente più fare a meno. Riservato ed esigente, l’ex Atletico Madrid è un personaggio da scoprire, un generoso sempre pronto a gettare il cuore oltre l’ostacolo. Un esempio. Abbiamo provato a farcelo raccontare bene da Giacomo Branchini (figlio dello storico agente Giovanni Branchini), dato che entrambi hanno giocato un ruolo primario nel trasferimento del calciatore alla Juventus. 

    IL RUOLO - «Di Mario mi stupisce la fame di vittoria. Non si limita a vincere la domenica, vuole farlo in tutti i minuti di ogni giorno a disposizione e per riuscirci è disposto a ogni sacrificio», spiega Giacomo Branchini, che ci tiene a puntualizzare come l’agente di Mandzukic sia Ivan Cvjetkovic. E pensare che al termine della scorsa stagione in molti avevano messo in discussione il fatto che Mandzukic accettasse di giocare nuovamente da esterno. Asserzioni avanzate da chi evidentemente non conosce la mentalità del calciatore in questione: «Sciocchezze - spiega Giacomo - Mario non farà mai questioni sulla sua posizione in campo né lo sentiremo mai lamentarsi per le distanze percorse. Per lui rimane fondamentale giocare, a prescindere dalla porzione di campo e poi da esterno credo che abbia doti uniche dato che non sono molti i giocatori con le sue caratteristiche che possono ricoprire, come fa lui, certe zone di campo. Bravo Allegri a capire come sfruttare al meglio queste qualità. Non è un segreto che tra i due ci sia un ottimo rapporto» 

    MENO GOL PIU' SOSTANZA - Perché la forza di Mandzukic sta nel saper coniugare potenza fisica e tecnica, anche se spesso la mole e l’agonismo che lascia in campo rischiano di far passare in secondo piano la sua qualità: «Fa sempre la scelta giusta, non sbaglia mai un controllo o un tempo di gioco. Certo, con il nuovo ruolo ha perso qualche gol, ma ha dimostrato che quando serve riesce ad essere ancora decisivo con reti sempre importanti e decisive. E poi lui è uno che non ha bisogno di turnover, è sicuro che il miglior modo di allenarsi è giocare, ovviamente se meritevole»

    DOPPIA GIOIA - Per Giacomo Branchini quella di ieri è stata una giornata speciale, perché dalla tribuna dell’Allianz Stadium ha potuto godere di una doppia soddisfazione: gol di Mandzukic e assist di Douglas Costa, altro calciatore che ha contribuito a portare in Italia anche grazie al gran lavoro di intermediazione svolto dal padre Giovanni: «Nessuno ha ancora visto il vero Douglas Costa, è uno che dal punto di vista tecnico non deve invidiare niente ai top player osannati in giro, bagaglio tecnico eccezionale, aiutato da un’esplosività davvero unica. Certo, deve ancora abituarsi ai tatticismi italiani e ai tanti compiti che gli assegna Allegri nel corso di una partita. Deve andare un po’ di più senza palla, ma presto tutti si renderanno conto delle sue doti. A volte capita che nel calcio ci sia una data di scadenza troppo breve e invece ci vorrebbe un po’ di pazienza in più. Alcuni calciatori vanno attesi, bisogna integrarli. Lui è un brasiliano atipico, ha in comune con Mario lo spirito di sacrificio e di abnegazione». 

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