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  • Brasile, vietato abbattere chiesa del Vasco

    Brasile, vietato abbattere chiesa del Vasco

    Guai anche solo a parlarne: la cappella posizionata dietro una delle due porte dello stadio del Vasco da Gama, il Sao Januario a Rio de Janeiro, non verrà abbattuta per far posto ad una curva che doterebbe l’impianto di un maggior numero di posti a disposizione dei tifosi.

    La decisione in seno al club che si autodefinisce «il più cattolico del Brasile» è stata presa all’unanimità dal consiglio direttivo e, negli auspici dei dirigenti, potrebbe servire per beneficiare di aiuto dall’Alto in vista della volata finale (mancano due giornate alla fine del campionato) con il Corinthians per la conquista del titolo del “Brasilerao” 2011.

    La cappella di «Nostra Signora delle Vittorie», nome beneaugurante che però in passato non ha impedito al Vasco perfino di retrocedere in serie B, è una delle attrazioni dell’impianto che sarà sede delle partite di rugby a 7 delle Olimpiadi di Rio 2016. Tuttora nella cappella vengono celebrati matrimoni (tra cui, a suo tempo, quello dell’ex idolo ed attuale presidente Roberto Dinamite) e battesimi. Dall’anno prossimo vi si terranno anche corsi di catechesi a cui i giocatori delle giovanili del Vasco saranno tenuti a partecipare perché la dirigenza ha stabilito che «incamminare i ragazzi verso la fede cristiana è molto importante».

    Il culto di Nostra Signora delle Vittorie è cominciato in seno al Vasco fin dal 1923, ad opera del religiosissimo presidente dell’epoca Antonio Campos, mentre la chiesa è stata inaugurata nel 1955. «Nelle fondamenta vennero utilizzate - ricorda padre Eneas Berilli, 75enne religioso responsabile della cappella del Sao Januario - anche le casse di terra mandate dalle squadre dei nostri fratelli portoghesi, tra cui Benfica, Sporting e Porto». La Cappella del Sao Januario portò bene anche alla nazionale: prima di partire per la Svezia, Pelè e compagni vi si raccolsero in preghiera  e da quel Mondiale del 1958 la selezione verde-oro tornò vincitrice. «E infatti poi tornarono per ringraziare», ricorda padre Berilli.

      Per spiegare quanto sia radicato il sentimento religioso cattolico in seno al Vasco da Gama va sottolineato il fatto che nella sala stampa dello stadio giocatori e tecnico devono tenere le loro conferenze a fianco di una statuina della Madonna. «Il Vasco è un club molto cattolico, e non ci vedo nulla di strano. Tutto può aiutarci», ha commentato il tecnico Cristovao Borges. «Questa fede è importante per il club - dice ancora padre Berilli -. Negli ultimi giorni stiamo pregando ancora di più  affinché il Corinthians inciampi ed il Vasco conquisti il titolo brasiliano».

     

     

    Nella circostanza si sarebbero recati in cappella, fra i calciatori della prima squadra, non solo i cattolici Felipe (anni fa obiettivo di mercato della Roma) e Juninho Pernambucano, ma anche altri giocatori di fede protestante evangelica, che in “rosa” sono attualmente la maggioranza ma non si oppongono alle iniziative in materia  religiosa del club, tra cui quella, mantenuta fino a tre anni fa, di tenere chiuso l’impianto ogni domenica.

    In Brasile si dice che calcio e Fede camminano insieme. Sarà questo il segreto del “futebol” pentacampione del mondo?

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