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  • Bravo Chievo:|Pioggia di gol a San Zeno

    Bravo Chievo:|Pioggia di gol a San Zeno

    Prima amichevole estiva sul tradizionale palcoscenico di San Zeno di Montagna e prime indicazioni positive per il nuovo Chievo di Mimmo Di Carlo. Se è il collettivo che cerca, lo ha già trovato: 20 gol ai poco più che volenterosi dilettanti della rappresentativa locale, firmati da ben 14 giocatori diversi. E se uno degli obiettivi è quello di disegnare una squadra capace di disporsi in campo con moduli diversi, ieri il tecnico ciociaro si è goduto un assai poco tradizionale 3-1-4-2 con gli esterni di difesa (Acerbi soprattutto) così alti che spesso superavano la linea dei centrocampisti grazie alla protezione di Hetemaj e Dettori.

    Il primo giro di manovella del film «Salvate il soldato gialloblù», insomma, è andato come meglio non poteva. Bella giornata, nonostante la minaccia di pioggia scongiurata nel primo pomeriggio; pubblico numeroso, anche se assai meno folto dello scorso anno; tutti i giocatori abili e arruolati, anche se (comprensibilmente) con i muscoli assai imballati; voglia di correre e fare giocate, con alcuni sprazzi che hanno suscitato l'entusiasmo degli spettatori; i nuovi arrivati (Acerbi ed Hetemaj) già ben inseriti nel gruppo. Unica nota stonata la contestazione di una parte del pubblico verso Bentivoglio: insultato, fischiato ed ad un certo punto persino deriso per un tiro sbagliato. Cose che con la favola Chievo hanno poco a che vedere, quale che siano le colpe (vere o presunte) del giocatore che, come ha spiegato Di Carlo a fine partita, «si allena bene, fa il suo dovere da professionista e quindi va in campo quando serve finché è con noi».
    Sulla partita c'è poco da dire. A parte il modulo consigliato per «adattarsi all'avversario», come ha ammesso il tecnico. Che era, ovviamente, meno di uno sparring partner. Anche il portiere Fenner (un habituée della prima amichevole gialloblù), capace in passato di prove incredibili contro le fucilate degli attaccanti clivensi, ieri è capitolato dopo appena 21" con più di qualche colpa sulla coscienza: mentre un suo difensore cincischiava sul primo lancio verso la porta dei padroni di casa, lui esciva sconsideratamente e Thereau, conquistata palla, insaccava con un pallonetto da fuori area nella porta sguarnita.
    Era il via alla sagra del gol. Dopo sette minuti lo stesso Thereau lancia va Hetemaj sulla fascia che una volta era di competenza di Luciano: il neo clivense andava fino in fondo per offrire a Pellissier un pallone che chiede va solo di essere spinto in rete per il 2-0. Il tris porta la firma di Luciano, che è sembrato assai a suo agio nella sua posizione di interno destro: Fatic crossa un pallone che viaggia a mezzo metro da terra ed il brasiliano lo devia nell'angolo lontano con un colpo i tacco, spalle alla porta. L'ovazione dei tifosi è più che meritata. Al pari di quella indirizzata a Dettori che una manciata di minuti dopo riceve un pallone dalla fascia, salta due difensori e spara a mezza altezza sulla destra dell'incolpevole Fenner. Quattro volte a segno in poco più di 20 minuti il nuovo Chievo: niente male. Non tanto per la forza (inesistente) dell'avversario, ma per la voglia messa in mostra dai giocatori.
    Che a fermarsi non ci pensano proprio. Altri dieci minuti ed i gol diventano sette. Prima è Andreolli a salire in cielo per deviare in porta un corner. Poi è Hetemaj ad anticipare il compagno Thereau che s'era liberato al tiro: il nuovo acquisto non guarda in faccia a nessuno e scaglia una sassata che vale il 6-0. Infine è Uribe, appena entrato al posto di Thereau, ad appoggiare in rete un cross di un Luciano vecchia maniera: in fuga lungo la fascia fino alla linea di fondo e lancio al centro. Sette gol e sette firme diverse. A rompere l'incantesimo è il capitano, che trasforma un rigore concesso per fallo di mano di un difensore. Imitato da Uribe che, ad una manciata di minuti alla fine, serve un «cucchiaio» per superare il povero Fenner, firmare il 9-0 e chiudere il primo tempo. Ripresa con formazione rivoluzionata. Non cambia però la voglia di correre e di giocare. Come dimostrano gli 11 gol messi a segno. Anche in questo caso le firme sono tante: Cesar, Moscardelli (che, come al solito, ne sbaglierà almeno tre, ma concederà il bis nel finale), Memushaj (doppietta anche per lui), Malagò, Sardo e Jokic. Oltre a Paula che, entrato all'11' per sostituire Uribe, ne mette a segno tre. La palma del gol più bello, però, va a Memushaj. Al 18' della ripresa la difesa conquista il pallone e fa partire un contropiede che in tre passaggi libera il neo gialloblù davanti alla porta. Impossibile sbagliare. Come è impossibile dare grande importanza tecnica a quanto visto ieri a San Zeno. «Ma le indicazioni sono state tante. E se il buongiorno si vede dal mattino…», dice un soddisfatto Di Carlo. Il suo Chievo appena abbozzato gli piace ma «il lavoro da fare è ancora lunghissimo».


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