Brehme e gli altri campioni che la vita ha preso a calci
E’ finito in miseria e nessuno di quelli che si ricordano di quando faceva la fascia su e giù e andava a vincere le coppe e gli scudetti con la maglia dell’Inter e della Germania può credere a una cosa del genere. Tanto meno ha voluto rassegnarsi Franz Beckenbauer, che di Brehme era stato ct quando la Germania aveva alzato la coppa nel ’90. E’ stato proprio il Kaiser in persona a lanciare per primo l’appello: «Trovategli un lavoro». A proporglielo è stato un altro ex calciatore, Oliver Straube, che gli ha offerto un posto nella sua impresa di pulizie. «Siamo disposti a impiegare Brehme nella nostra azienda, così saprà cosa vuol dire pulire i bagni e i servizi igienici. Gli farà imparare come è la vita e potrà migliorare la sua immagine», ha detto Straube. Brehme non ha ancora risposto.
Oumar Diaby, portiere del Racing B, finì in miseria quando il suo club tagliò i viveri di vitto e alloggio. Guadagnava 450 euro al mese, ma il presidente Angelo Harry Lavin decise che anche quello era troppo. «Gli unici preoccupati per me erano gli allenatori della squadra e i miei compagni, oltre che la mia ragazza. Nel club, nessuno mi ha chiamato o è interessato alla mia situazione», disse Diaby. Per un po’ visse accovacciato in una stanzetta, una stufa per combattere il freddo.