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  • Brescia:| Coperta corta, ma bel gioco

    Brescia:| Coperta corta, ma bel gioco

    • F.P.

    Il tour de force di ottobre, sette partite in un mese, non è iniziato nel migliore dei modi sotto il profilo dei risultati. Tre partite in una settimana e due soli punti. E se il Padova, che sabato sera ha posto fine all'imbattibilità del Brescia, è la squadra più forte della serie B (sulla carta), Modena e Gubbio rappresentavano due ostacoli non certo insormontabili. Ci sono varie cause per questo calo di rendimento. Il principale è la rosa ristretta. Quando si giocano tre gare in sette giorni, si può applicare tutta la rotazione che si vuole. Ma nel caso del Brescia l'organico all'osso in due reparti su tre, difesa e attacco, obbliga Scienza a scelte forzate. O a non scelte. Come nel caso del pacchetto arretrato. L'infortunio di Zoboli, fuori ormai dalla partita di Torino del 19 settembre, costringe la coppia centrale De Maio-Magli agli straordinari. E in panchina, quando va bene, come difensore di ricambio c'è un esterno. La mancanza di Zambelli, rientrato solo mercoledì con il Gubbio, ha tolto al Brescia non poco sul piano della spinta. Berardi fa la spola tra la destra e la sinistra, Daprelà tra il biancazzurro e il rossocrociato della Svizzera under 21. Sarà un onore avere i propri giocatori in Nazionale, ma per una società come il Brescia è solo un onere.

    La situazione difficile in difesa diventa a dir poco problematica in attacco. Feczesin e Jonathas sono i titolari indiscussi. Alle loro spalle due incognite. A Padova sia Jonathas che Feczesin sono usciti per problemi fisici. Scienza, c'è da scommetterci, li avrebbe tenuti in campo fino al termine se avesse potuto. Invece ha dovuto inserire prima Ramos Martinez, al debutto assoluto, e poi Maccan, che all'attivo aveva solo un paio di spezzoni dopo due anni difficili. I cambi dell'allenatore biancazzurro sono quasi sempre dettati dalla necessità e di rado da motivazioni tattiche. Il confronto di sabato sera è stridente: Dal Canto può scegliere a centrocampo tra Milanetto e Italiano, tra Marcolini e Cuffa; in attacco tra Lazarevic e Dramè, addirittura tra Cacia e Ruopolo. In più ha Cutolo, uno che fa la differenza. In quali reparti Scienza ha questo tipo di opportunità? In porta di sicuro (Leali o Arcari sono garanzie). E poi? A centrocampo, il comparto dove c'è un minimo di abbondanza, i titolari sicuri sono El Kaddouri, Salamon e Budel. Vass è un rincalzo affidabile, poi ci sono giocatori dall'esperienza tutta da costruire come Martina Rini, il più impiegato tra i part time, e Paghera, molto stimato da Scienza ma in campo finora solo per 11 minuti. Tra le linee Juan Antonio è un talento appena sbocciato ma che deve ancora fiorire; Scaglia finora non ha trovato grande spazio: a Padova zero minuti nonostante la buona prova, con gol, contro il Gubbio.

    Si era a conoscenza all'inizio che la scelta obbligata del Brescia, una rosa figlia dell'austerità, avrebbe comportato rischi del genere. Eppure, a Padova, i biancazzurri hanno giocato una splendida partita, fatto tremare una delle corazzate del campionato, costruito occasioni, fatto circolare la sfera in modo mirabile: 'Il Brescia aveva un possesso di palla mostruoso', il commento nel dopo-partita dell'allenatore dei veneti Alessandro Del Canto. È più di un complimento. Preoccupa piuttosto la difesa: 2 gol subiti nelle prime 6 giornate, ben 5 nelle ultime 3. Ma è il discorso della coperta corta. Senza ricambi adeguati, si fa quel che si può. Intanto il Brescia si gode i complimenti per la bella prova di sabato sera. L'importante è che, pur in una situazione oggettivamente difficile, non diventino un'abitudine.

    (Bresciaoggi)

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