Forza, sacrificio, intelligenza tattica, gol. Quattro ingredienti che hanno fatto la partita straordinaria di Omar El Kaddouri ieri sera. Il diamante grezzo sta crescendo a vista d'occhio, in qualità e personalità, visto che a fine partita parla - e lo fa con naturalezza ed un filo di spontanea ingenuità - con la fame di chi è conscio di rappresentare un valore per la propria squadra, diretto, dribblando le banalità. Nel Brescia che vola c'è il suo zampino: tre gol consecutivi (ieri, a Vicenza, con il Crotone) preceduti dall'assist a Livorno per Juan Antonio. Decisivo: trequartista, nel 3-5-1-1, che non si concede i fronzoli a cui quasi naturalmente rischia di portare il ruolo, ma si segnala per la grande corsa, le percussioni centrali (come quella al 17' che suona la carica al Brescia), gli assist che i compagni non per colpa sua non trasformano in altrettanti gol (al 39' per Jonathas, al 42' per Budel, al 24' della ripresa ancora per il brasiliano), gli inserimenti tra le linee che fanno impazzire Parola che gioca davanti alla difesa ed a cui - non ancora contento - El Kaddouri va anche a strappare dai piedi un paio di palloni nella ripresa.

Un fantasista con spirito gregario, che infatti ricorda da dove è venuto e spiega: 'Le partite da interno mi hanno insegnato corsa e sacrificio, ora finalizzo di più, ma non ho perso quello spirito'. Ma soprattutto un bomber sorprendente che non si tira indietro e ammette: 'Sarei stupido a dire che non guardo chi ci sta davanti. Abbiamo l'obiettivo dei 50 punti, ma lo sguardo a chi ci precede lo diamo dopo ogni partita'. Parole da leader in erba che sente la fiducia ma anche gli oneri del ruolo: 'Sento che l'allenatore punta su di me e si fida, ma questo significa che devo sempre dare qualcosa in più per ripagarlo'. E che anche davanti agli elogi entusiastici per una vittoria con l'ultima in classifica taglia corto: 'Il gioco? Io guardo solo il risultato'.

(Bresciaoggi)