Bresciamania: La battaglia personale del guerriero Cellino
Anche questa volta il numero uno del club lombardo sembra aver avuto la meglio. Si tratterebbe dell’ennesima battaglia vinta. Per esserne certi bisognerà tuttavia attendere l’ufficialità degli esami ed il secondo tampone al quale si è sottoposto nella giornata odierna. In parte lo ha già evidenziato il primo tampone (risultato negativo) ed il test seriologico effettuato a Cagliari venerdì scorso con lo sviluppo di anticorpi. Ora occorre il responso del secondo tampone atteso con trepidazione ed ansia.
Il Covid-19 dunque ha colpito anche Cellino, a sua insaputa essendo risultato asintomatico. Un virus ad aver colpito al cuore il Brescia Calcio con la positività certificata di tre dipendenti. Era metà marzo. Da qui la decisione di Cellino di chiudere la sede e mettere tutti in quarantena. Nessuna avvisaglia, nessun sintomo manifestato dal presidente fino al suo arrivo a Cagliari (con le dovute procedure) per trascorrere le festività pasquali con la famiglia. Solo gli esami hanno smascherato la verità.
A Brescia, nella città dove ha deciso di fare calcio dopo il rientro dall’Inghilterra ha osservato la disperazione delle troppe morti dovute all’avversario invisibile. La disperazione di una provincia finita in ginocchio. Una presa di coscienza che ha portato Cellino a lottare con tutte le proprie forze per fermare il campionato di Serie A. Emozioni e stati d’animo diventati ancor più forti con la paura per sé stesso e per i propri famigliari con la positività. Da lottatore e combattente qual è Cellino vincerà la sua battaglia contro il coronavirus. Superato l’ennesimo ostacolo il presidente del Brescia tornerà a lottare per far sentire la propria voce sul futuro del calcio italiano.