Un diamante è per sempre per una donna, come recitava una pubblicità. Un Diamanti è fondamentale per il Brescia, come recita Gino Corioni, presidente del Brescia. La quarta sconfitta in campionato ha espresso nei minimi dettagli la mancanza di un giocatore di talento in grado di illuminare la manovra e catalizzare il gioco offensivo della squadra allenata da Iachini. Letta in questi termini sta a significare: al momento, al di la dei risultati negativi, è un buon Brescia ma manca chi accende la luce.

Come una donna, il Brescia si specchia dopo ogni gara vedendosi carino ma non bello, apprezzato ma non desiderato. Non può bastare la buona vena del talentuoso greco Kone o la ritrovata vena realizzativa di Andrea Caracciolo per riguadagnare la retta via. Manca Diamanti e si sente. Come non dare torto al presidente Corioni, che vede nel talento toscano il talismano pronto a sovvertire un trend negativo che ha di fatto messo il Brescia in una condizione tale per cui è giusto guardare alla zona retrocessione più che alla zona Uefa, come era stato invece nelle prime vittoriose giornate.

Usando sempre il paragone femminile, il Brescia nel momento stesso in cui indosserà di nuovo la sua gemma sfarzosa ma costosa, croce e delizia di questa stagione, potrà nuovamente essere bello ma soprattutto vittorioso. Al momento però il gioiello tanto conclamato dovrà ancora aspettare per essere indossato. Una giornata ancora di squalifica lo terrà lontano dai campi di gioco. Brescia ancora con il trucco con il Napoli, ma senza sfarzo, in attesa che trascorra ancora un weekend per poter finalmente togliere dal cassetto la sua perla. Sperando che per il momento basti il trucco, in attesa che il Diamanti sia di nuovo per sempre, anzi, fondamentale.