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  • Brocchi a CM: 'Il mio Monza merita la B. Milan? Nessuno è indispensabile, Maldini quasi. Io cocco di Berlusconi? Ecco la verità'. E irrompe Vieri...

    Brocchi a CM: 'Il mio Monza merita la B. Milan? Nessuno è indispensabile, Maldini quasi. Io cocco di Berlusconi? Ecco la verità'. E irrompe Vieri...

    • Daniele Longo
    Sguardo sempre fisso alla telecamera, nessuna distrazione e tanta sincerità. Cristian Brocchi si racconta a cuore aperto nella lunga diretta Instagram concessa a calciomercato.com. Quando interviene Bobo Vieri sorride, fa spallucce alle prese in giro dell'amico di una vita. Discorso diverso quando un follower, anche poco educato, gli 'rimprovera' un rapporto molto stretto con Berlusconi. Ma il dribbling, con spazio ai racconti e all'amore per il campo, riesce bene. Tanti i temi affrontati nella chiacchierata che potete vedere in forma integrale nel video in calce all'articolo: le 'palle' di Mihajlovic nel lanciare Donnarumma, i retroscena sulla celebre maglia sfoggiata dopo la vittoria della Champions League 'Brocchi si nasce campioni si diventa', il rapporto con il rivale-amico Gattuso e il sogno Ibrahimovic. Senza dimenticare gli insegnamenti del maestro Prandelli con il quale aveva lavorato sia a Verona che a Firenze. 

    In una recente diretta sul nostro profilo, il centrocampista del Monza Fossati parlò così di lei: 'E' un tecnico che ci ha dato tanto, vuole sempre imporre il suo gioco e ci lascia tranquilli fuori dal campo'. Si rivede in questa descrizione?
    "Si, mi rivedo perché è il mio credo quello di avere una squadra propositiva, padrone del campo e che cerchi di giocare a calcio. Non mi piace guardare i miei avversari che giocano, non mi piace rimanere in attesa. Voglio che la mia squadra abbia personalità e voglia di proporre, poi chiaramente non sempre ci si riesce. Ci sono gli avversari che ti studiano e cercano di metterti in difficoltà, ma io credo che alla base di tutto deve esserci qualcosa di riconoscibile e questo ha portato a dei risultati".

    Nei mesi di marzo e aprile con  il suo staff e i giocatori avete rinunciato a metà dello stipendio. Un gesto di grande sensibilità, non crede?
    "Io penso che quando hai la fortuna di lavorare in una società importante come la nostra sia anche giusto dare dei segnali anche da questo punto di vista. La società non ci ha mai fatto mancare niente, ci ha sempre dato tutto quello che c'era bisogno per arrivare a conquistare dei risultati. Nel momento che ci è stata proposta una cosa di questo tipo ci è sembrato opportuno accettare perché sappiamo che non è una cosa fatta per furbizia ma per un qualcosa di molto più importante".

    Sulla ripresa degli allenamenti, e ascoltando la linea poco chiara del Governo, che idea si è fatto?
    "Come scaletta bisogna pensare a tutto. La salute, l'ho sempre detto, è la cosa più importante e questo anche per rispetto delle persone che in questi hanno sofferto, perdendo anche dei cari. E' stato e stiamo vivendo qualcosa di assurdo e di unico. Partendo da questa valutazione di conseguenza si possono fare dei ragionamenti. Non bisogna essere ipocriti, il calcio è la terza azienda italiana. Dà tantissimi posti di lavoro al popolo italiano, non si parla solo di calciatori. A volte è molto semplice, quando si parla di qualcosa di difficile, dare addosso a un mondo che in realtà ci riempie di emozioni, ci permette di staccare un po' la testa dal nostro lavoro. Il calcio è qualcosa di importante per tutti. A volte ci sono delle situazioni che ti lasciano davvero con il punto di domanda, sto leggendo di tanti calciatori che si lamentano che non possono allenarsi mentre gli viene data la possibilità di andare praticare le attività al parco. Sono cose che andrebbero approfondite meglio, spiegate meglio. A prescindere dal fatto che ci siano le possibilità di riprende il campionato, se tu permetti alle persone di andare a correre al parco a due metri di distanza puoi anche dare la possibilità a dei calciatori professionisti di andare ad allenarsi all'interno del proprio centro sportivo, essendo dei personaggi pubblici che non possono andare in un parco. Puoi mettere dei vincoli anche qui, magari dividendo in piccoli gruppi in diversi orari della giornata. Io penso che molti calciatori hanno dimostrato di essere persone intelligenti, molti dirigenti hanno fatto vedere di esserlo e poteva essere data questa possibilità anche se, non si è ancora deciso se darla oppure no.  A livello mentale, per tutto il popolo italiano, questa cosa qui sta dando qualcosa di duro, a livello mentale, da sopportare. Non è facile essere privati della propria vita".

    Sarebbe un peccato, qualora non si ripartisse, vedere depauperato gli sforzi fatti dal Monza per raggiungere la serie B?
    "Secondo me l'aspetto principale e da salvaguardare è quello fatto sul campo. Sono risultati chiari e obiettivi. Non lo dico perché ora alleno il Monza, ma quando giochi il 70% delle partite è una percentuale molto alta".

    Lei ha allenato il Milan, sia a livello di settore giovanile che di prima squadra. Le ha mai dato fastidio l'ironia di qualcuno sul suo rapporto privilegiato, e di stima,  con Berlusconi?
    "In virtù della stima con il dottor Galliani e il Presidente Berlusconi no. Questa l'acquisisci con i risultati che ottieni perché io ho fatto tre anni nel settore giovanile del Milan ed è stato un ottimo percorso. Loro erano a stretto contatto con me e vedevano le mie squadre, parlavano con le persone che lavoravano a stretto contatto con me. Quindi se parliamo di stima no, quando invece andiamo a parlare di altre cose che sono offensive allora sì. Mi ha dato molto fastidio perché io sono sempre stato per la meritocrazia, mi sono conquistato tutto da giocatore. Sono partito nel settore giovanile del Milan, ho fatto la serie C1, la C2, la serie B e sono arrivato in Champions League. Sempre conquistandomi tutto con l'impegno, il sudore e la fatica. Ed è la stessa cosa che ho fatto da allenatore. Ho avuto momenti belli e altri meno belli, ho avuto un'esperienza formativa al fianco di un mostro sacro del calcio come Fabio Capello al quale ho rubato un qualcosa. Nel momento che ho avuto anche la sfortuna di non vincere quella finale di coppa Italia (contro la Juventus ndr) che avremmo invece meritato, non mi sono pianto addosso. Ho accettato tutte le critiche, anche quelle gratuite per quello che si diceva ai tempi. Sono ripartito dalla serie C con gente che ha stima in me. Come ho sempre detto, in questo lavoro, se non hai delle persone che credono in te come fai a iniziare ad allenare? Ti faccio due esempi di due amici che stanno facendo bene: se Mirabelli non avesse avuto stima per Gattuso non avrebbe allenato la prima squadra del Milan. Lo stesso discorso vale per Simone Inzaghi con Tare e Lotito. Tutti abbiamo bisogno di qualcuno che creda in te, altrimenti saremmo tutti dei lecchini. Però ti potrei fare una carrellata di queste situazioni".

    Lei del Maldini direttore dell'area tecnica che idea si è fatto? Può esistere un Milan senza Maldini per il prossimo futuro?
    "Parto dall'ultima parte: può esistere un Milan senza Maldini. Può esistere un Milan senza chiunque perché in questo mondo nessuno è indispensabile. Se decidessi io per il Milan punterei su Maldini, assolutamente. Non dimentichiamoci che, negli ultimi anni, sono venute a mancare quelle figure storiche di Presidenti riconosciuti da tutti perché avevano un grande cuore e la passione per la propria squadra. E quando tu hai la fortuna di avere una persona come Paolo Maldini, che è stato un grandissimo giocatore e con il padre hanno fatto la storia del Milan, non puoi lasciarlo andare via così. E' un grande uomo e una persona intelligente, sa cosa serve per arrivare a determinati livelli e che ha incontrato, nei primi mesi della sua nuova esperienza, delle difficoltà anche dovute anche gestioni diverse rispetto a quelle che aveva in mente lui. Io penso che, come un allenatore non ha la bacchetta magica e nel giro di due mesi può stravolgere una squadra, anche un dirigente alla prima esperienza ha bisogno di un po' di tempo per mettere in risalto il proprio lavoro, mettere all'interno della società le proprie idee. Perdere una persona come lui, per me, sarebbe sbagliato".

     

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