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Milan, Brocchi: 'Non sono un lecchino'

Milan, Brocchi: 'Non sono un lecchino'

Ultima partita di campionato per il Milan, che affronterà domani sera a San Siro la Roma: i rossoneri si giocano le chance residue di sorpassare il Sassuolo (impegnato al Mapei Stadium contro l'Inter) e agguantare il sesto posto, in attesa della finale di Coppa Italia contro la Juventus che potrebbe garantire l'accesso diretto alla prossima Europa League. Come di consueto Cristian Brocchi ha presentato la sfida con i giallorossi in conferenza stampa: tutte le dichiarazioni dell'allenatore del Milan raccolte da Calciomercato.com.

Sull'importanza di Milan-Roma.
"E' importantissima perché domani valuterò chi mi darà garanzie per la finale, chi giocherà dovrà darmi dimostrazione di quanto ci tiene, di quanta voglia ha, dell'atteggiamento che metterà in campo in questa partita per essere al 100% per la finale. In queste poche partite ho fatto giocare tutti dal primo minuto tranne Locatelli e Simic, ho voluto conoscerli tutti. Mi aspetto da quelli che scenderanno in campo domani voglia di mettermi in difficoltà".

Sul sesto posto.
"Io nella mia storia ho sempre voluto vincere, è la mia mentalità pensare solo a vincere. Dispiace non aver conquistato prima matematicamente il sesto posto, ma qui oltre al nostro ci sono anche state tante cose sfortunate come i risultati delle altre: i 9 punti del Sassuolo in tre partite sono stati un colpo indifferente. Abbiamo lasciato punti per strada, in 5 partite 8 punti sono pochi".

Sulla partita di Bologna.
"Secondo me il primo tempo non è stato giocato male ma l'espulsione di un loro giocatore ha cambiato la partita, senza avrebbero giocato più aperti e noi avremmo trovato più spazi. L'espulsione li ha chiusi e ci ha dato difficoltà nella manovra, non trovavamo movimenti che ancora non sono interiorizzati dai giocatori, ma i miglioramenti sotto certi punti di vista ci sono stati: se non arrivano risultati, che sono l'unica cosa che contano, i miglioramenti non vengono messi in risalto da fuori".

Sulla Roma.
"Fanno il gioco migliore, forza mentale incredibile. La differenza tra il mio ingresso e quello di Spalletti è che le vittorie hanno dato tranquillità e Spalletti, che è uno dei migliori in circolazione, ha fatto un lavoro incredibile. Totti? Gestirlo, è difficile ma Spalletti ha fatto centro".

Sulla stima di Sacchi per Giampaolo.
"Normale che sponsorizzi qualcuno del quale conosce le idee, non mi conosce e spero mi possa conoscere: sarebbe un onore essere sponsorizzato da lui. Questa settimana ho avuto qui il master e sono felice, è stato qui Ulivieri che è un esperto e un critico e ha dato tante informazioni: sono contento di aver potuto mostrare e rispondere a domande che la gente si può fare. Non sono qui per cercare praticità ma dare concetti e uno stile di gioco che fanno pate della storia del Milan: normale non si sia ancora visto, ma i miglioramenti sono i miei occhi. Questo è il mio dovere. Il presidente ha bene in chiaro il progetto e la mentalità: io ho avuto la fortuna di iniziare, se potrò continuare potrò mettere in campo quella che è la storia del club".

Sulla possibilità di tifare Inter.
"Non c'è momento migliore (ride, ndr). Non guarderò tanto il loro risultato ma i miei giocatori: mi aspetto risposte importanti in vista della finale"

Su Balotelli.
"Se partirà dal primo minuto è perché penso possa darmi qualcosa, se toccherà a Luiz Adriano so che si farà trovare pronto. Vedremo chi sceglierò, non so ancora chi gioca.".

Sulle parole di Berlusconi.
"Non mi ha scelto per simpatia ma perché ha apprezzato il lavoro e i risultati di questi due anni e mezzo e già questo mi fa onore. Non mi ha scelto perché sono stato una delle figure più importanti pur avendo dato tanto, ma mi ha scelto per una questione lavorativa di idee e di metodo e questo è il mio punto di forza: se una società programma il futuro deve avere le idee chiare e su di me Berlusconi ha le idee chiare. Se poi cambierà idea gli sarò grato per quello che mi ha dato. Non sono un lecchino, ma nella vita esistono valori e qualsiasi sarà la sua decisione a fine stagione l'accetterò di buon grado e ringrazierò di aver vissuto un sogno incredibile. In 30 anni il Milan mi ha dato tanto".

Ancora su Balotelli.
"Mi ha trasmesso atteggiamento positivo, purtroppo non ha ancora fatto gol. Ha bisogno di far gol".

Sul suo operato.
"Sempre si può fare di più nella vita ma col mio staff abbiamo dato il massimo, abbiamo passato giornate intere a studiare e programmare per trovare la soluzione migliore. Poi nella vita bisogna avere episodi fortunati, crediamo che le idee e il metodo che abbiamo possano portare qualcosa di importante".

Quanti non sono ancora al 100%?
"Mi aspetto qualcosa di più da 4-5 giocatori, un atteggiamento propositivo, una voglia di trasmettere personalità e voglia di vincere a tutto il gruppo. Loro sanno chi sono e cosa voglio, non per questo non ho stima in loro in questo momento: se ho chiesto certe cose è perché penso che le possano dare".

Sulle scelte in vista della finale di Coppa Italia.
"Magari per due-tre interpreti proverò qualche scelta. Voglio arrivare alla finale di Coppa Italia con l'imbarazzo della scelta, non con una formazione obbligata".

Le piacerebbe allenare Ibrahimovic?
"Come ho già detto: come posso pensarci ora che ho due partite che potrebbero cambiare la mia storia e quella di tutti? Penso a chiudere bene la stagione e poi pensare a quello che sarà il futuro".

Sulle difficoltà.
"Non ho cercato di 'violentarli' tatticamente o snaturarli. C'è qualcuno che non riesce ad esprimersi al meglio e qualcuno che ha avuto difficoltà fisiche. Sto cercando di resettarli per farli arrivare al meglio alla finale. L'impegno c'è, magari un giocatore che mi deve dare delle risposte può essere stato il miglior interprete in allenamento ma può mancare su aspetti fisici o mentali. Stiamo analizzando diverse cose per aiutare i ragazzi".

Su Montolivo.
"Riccardo ha subito meno la vicenda rispetto ad Antonelli ma ieri non si è allenato, serata difficile: certo meno della moglie (ride, ndr). Oggi valuterò e prenderò una decisione: se scegliessi di mettere Locatelli non sarei spaventato, come non lo sono stato per Calabria".

Sui risultati.
"Chiaro che contano, ma miglioramenti ci sono stati: ho dati scritti che non sono sindacabili. Mi rendo conto che non servono a niente se i risultati non ti permettono di metterli in risalto".

La rosa ha più carenze caratteriali o tecniche?
"Alcuni giocatori hanno carenze in una cosa altri nell'altra, per fare una rosa competitiva  hai bisogno di tutto, non puoi avere giocatori uguali: ognuno ha la sua storia e le sue particolarità. L'unica cosa che vorrei è un Milan che abbia dei valori veri: molti giocatori ce li hanno e in questo momento sto valutando tutto, chi sono quelli che ci tengono alla maglia e venderebbero cara la pelle. Nel mio Milan c'erano giocatori che avrebbero venduto tutto per onorare la maglia e bisogna ripartire da questi valori: l'unica richiesta che farò sono giocatori che credano nel progetto tecnico e abbiano voglia di lavorare, che sposino a pieno i valori e la storia del Milan".

Su Honda e Boateng.
"Keisuke è uno di quei giocatori su cui puoi puntare sempre, a partita in corso o titolare, sai che dà sempre qualcosa di importante: Prince mi mette in difficoltà: per la voglia che mette dovrebbe giocare sempre, ma devo valutare anche le caratteristiche degli altri giocatori. In questo momento dei giocatori che ho è quello che paga più le conseguenze anche se ha avuto la possibilità: meritava e merita qualcosa in più, anche a Bologna quello che ha fatto è la risposta a chi dice che è un giocatore finito, purtroppo non vuol dire che necessariamente potrò farlo giocare".
 

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