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Bucciantini: Galliani, ma che gioco è?

Bucciantini: Galliani, ma che gioco è?

Ci sono i regolamenti, ci sono le date di nascita, ci sono i risultati, c’è la passione infantile e pura, il divertimento, ci sono i comunicati stampa. Però c’è anche una foto: è un manifesto di antisportività. Qualsiasi sia il punto di vista assunto, quella foto nega il concetto di competizione, e dunque mina la base dello sport.

Il torneo si chiama Universal Cup e si fa in Versilia nei giorni a cavallo della Pasqua. È internazionale, quotato, ben organizzato. Sarebbe scivolato via con la foto ricordo dei vincitori, il Milan. Ma c’è un procuratore che spara, e sbaglia la messa a fuoco del mirino: Mino Raiola denuncia su twitter i fischi ai giocatori rossoneri durante la partita contro il Paris Saint Germain: "Le vittime erano i calciatori di colore, è razzismo. Sosteniamo i ragazzi i razzisti sono ignoranti e deboli". La conclusione è ineccepibile, ma la sostanza è diversa. E comunque questa sconclusionata denuncia ha il merito di attirare lo sguardo su Forte dei Marmi. 

Queste sorprese non sono rare nel mondo del calcio. Oggi parliamo del Milan perchè le foto e la cronaca ci fanno parlare dei rossoneri, ma poteva essere una qualsiasi altra squadra. La squadra allenata da Marino Firgerio è stata fischiata grossomodo in ogni partita disputata. La contestazione non insisteva sul colore della pelle dei ragazzini in campo ma sull’evidente sproporzione fisica dei protagonisti. Che era così evidente da essere al di là delle note differenze fisiche dovute alla genetica. Gli Esordienti (da regolamento) sono inquadrati fra i nati nel periodo 2002 e il 2004. Il regolamento federale (mutuato dagli organizzatori) impone per questo torneo il compimento del decimo anno di età come limite massimo: dunque, giocano quelli del 2004. Escludendo i più grandi. Per capirsi, stiamo parlando della covata che la mattina va a scuola in Quinta Elementare: ora, guardate quelle foto, nemmeno il più accanito dei ripetenti può essere così "adulto" alle Scuole Elementari, e questo è il sospetto che allignava nei pensieri degli spettatori.




















 

C’era in corsa anche una rappresentativa del Senegal: "E’ stata la più applaudita, la più tifata. E nessun fischio si è levato ad altri (molti) giocatori di colore”, racconta Massimo, dirigente sportivo toscano, presente in Versilia perché padre di un giovane atleta del Livorno. "L'impressione diffusa - aggiunge il dirigente - è quella di voler vincere facile…". Allora è un po’ più chiaro: è stato fischiato un certo modo d’intendere lo sport. Il sito ufficiale del Milan ieri sera apriva con la trionfante notizia del successo (in finale sull’Inter: 4-0), e l’amministratore Adriano Galliani era festeggiato nel mezzo alla squadra: qualcuno dei ragazzi è più alto di lui.













 

Eppure questo pezzo sarebbe razzista (davvero) se volesse giungere alle conclusioni, perché servono prove per dubitare dei documenti esibiti. Sarebbe uno sprofondo infame, e resta sullo sfondo il dispiacere di vedere (comunque, a prescindere) dei bambini di 10 anni "contestati", e anche se l’indice puntava altrove in campo c’erano loro, e meritavano maggiore spensieratezza. Ma saremmo ipocriti se per timore di sconfinare nel razzismo facessimo finta di contentarci, perché al netto di tutto serve chiarezza: ai dirigenti delle altre squadre presenti a Forte dei Marmi, dubbiosi dell’anagrafe dei quattro Esordienti più "sviluppati", Galliani ha ripetuto: "Sono ragazzi del 2004, e mi risulta che siano tutti nati in Lombardia". 




















 

Ci sono troppe versioni: gli organizzatori - per tamponare l’uscita di Raiola - hanno infatti messo in circolazione un comunicato che "forza" la verità di Galliani in un punto. "Si precisa… che non ci sono stati cori razzisti, ma i sostenitori del Paris Saint-Germain hanno contestato la scelta - legittima - del Milan di schierare in campo giocatori fuori quota e quindi fisicamente più prestanti". Dunque, se sono fuoriquota, o gli organizzatori sono male informati oppure significa che i ragazzi non sono nati nel 2004. E un articolo della Gazzetta Online, non smentito, farebbe poi risalire la contestazione all’impiego di "tre bambini nati in Africa: un guineano, un etiope e un ivoriano".












 

Allora, sono nati in Africa o in Lombardia? Sono fuoriquota o sono nati nel 2004? Possiamo credere a quella foto o no? E più in generale, esiste una vittoria che si costruisca sulle macerie del buonsenso?

 


Marco Bucciantini


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