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  • Buffon fulmina la Juve, ora il  Milan ci crede. Delio Rossi perde la testa

    Buffon fulmina la Juve, ora il Milan ci crede. Delio Rossi perde la testa

    Dal gol negato a Muntari contro la Juve al gol convalidato a Muntari contro l'Atalanta, in posizione di sospetto, millimetrico fuorigioco. Non ci sono dubbi: chiunque vinca lo scudetto (e, ora più che mai, solo i bianconeri possono perderlo negli ultimi 180 minuti), troverà in calce l'autografo del ghanese, autentica jattura dell'Atalanta: è la squadra alla quale ha segnato di più in serie A (2 con l'Inter e 1 con il Milan). Il conto l'ha chiuso Robinho, dopo che a Torino, a cinque minuti dalla fine, la Juve è stata clamorosamente tradita da Buffon il quale ha commesso l'unico, imperdonabile errore di una stagione splendida. E, adesso, il Milan è a un punto dai rivali, grazie al gol di Bertolacci ai bianconeri. 

    La capolista e i suoi irriducibili inseguitori hanno eseguito con risultati diversi il compito del mercoledì. I rossoneri hanno faticato terribilmente a San Siro dove, per larghi tratti, sono stati  messi in difficoltà da un'Atalanta non appagata 
    da una stagione straordinaria (52 punti sul campo, salvezza aritmeticamente conquistata con tre turni d'anticipo, nonostante i 6 punti di penalizzazione). 
     
    La Juve pensava di  avere sbrigato la pratica Lecce grazie al gol di Marchisio, facilitato dall'inguardabile Benassi e quando, dal 10' della ripresa, i salentini sono rimasti in dieci per l'espulsione di Cuadrado, i bianconeri ritenevano che tutto fosse sistemato. Buffon li ha fulminati e, per lo scudetto,  il bello deve ancora venire. 
     
    SUPERGIOVINCO – Intanto, il minitorneo per il terzo posto si fa sempre più appassionante: dopo la Roma, dove i detrattori stanno trasformando in un inferno gli ultimi giorni di Luis Enrique, ha tentato il suicidio la Lazio (2 punti nelle ultime 5 partite), quasi fulminata dal Siena all'Olimpico. Altro che ricorso contro Bergonzi per chiedere la ripetizione della gara meritatamente persa a Udinese: i reclami li devono fare i tifosi biancocelesti contro Lotito e Tare, per la disastrosa campagna invernale di indebolimento di una squadra che da quando non ha più Klose, non sa più segnare, tranne su calcio da fermo o rigore. Quello trasformato da Ledesma tiene in vita la flebile speranza di Reja.
    Il Napoli e l'Udinese hanno staccato anche l'Inter, tradita da Lucio e Samuel sia sul gol di Marques sia sul raddoppio dello scatenato Giovinco, pronto per gli Europei. Per non dire del tris di Biabiany. Se il bravissimo Donadoni avesse allenato gli emiliani dall'inizio, ora sarebbero in lizza per un posto in Europa. Parma ha segnato la prima sconfitta di Stramaccioni, ma, per l'Inter, la corsa non è aritmeticamente finita: domenica c'è un derby pazzesco, anche se il calendario è più agevole per le rivali (Bologna-Napoli, Udinese-Genoa. A proposito: a Cesena, la rete di Fabbrini era viziato dal fuorigioco di Danilo; ma c'è il gol clamorosamente negato  ad Asamoah). 
     
    ROSSI FUORI DI TESTA - A Firenze, intanto, c'è chi ha perso la testa. E, se a perderla, è un signore solitamente compassato come Delio Rossi, vuol dire che la Fiorentina ha oltrepassato il punto di non ritorno. L'allenatore ha preso a pugni Adem Ljajic, il quale aveva polemicamente applaudito il tecnico che l'aveva sostituito. Se Delio, letteralmente invasato, non fosse stato bloccato da chi era con lui in panchina, il serbo sarebbe andato al tappeto. Complimenti al quarto uomo che non s'è accorto di nulla e s'è pure bevuto le parole di Delio: “Non è successo niente”.
    Tutto questo dopo che Kharja aveva piantato in asso la squadra non appena gli era stata comunicata l'esclusione dall'11 titolare. La Fiorentina è totalmente allo sbando e, se si pensa che a regalarle il pari è stato proprio il separato in casa Montolivo con la sua doppietta, si ha un'idea del simpatico caravanserraglio toscano.  
     L'esonero di Rossi era un atto dovuto da oparte dei Della Valle, ancora di più lo sarebbero state le dimissioni del tecnico.
     
     Definire incandescente la lotta per la salvezza è un eufemismo, anche se il Genoa respira, grazie al diciannovesimo gol in campionato di Palacio e alla fucilata di Jankovic.
     
    I rossoblù hanno 3 punti sul Lecce, mentre il Novara è ufficialmente in serie B, ma venderà comunque cara la pelle. Lo si è visto a Firenze, dove i viola, indipendentemente dal 2-2 finale,  hanno preso a pugni la passione di una città intera. E domenica c'è Lecce-Fiorentina. Auguri.
     
    Xavier Jacobelli
    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

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