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  • Romamania: niente proclami e inutili prese in giro, ecco perché Friedkin può cancellare subito Pallotta

    Romamania: niente proclami e inutili prese in giro, ecco perché Friedkin può cancellare subito Pallotta

    • Paolo Franci
    Tra le parole e quel che succederà, come sempre c'è di mezzo il campo. L'unica vera Cassazione del pallone. Scontato, ma è bene ricordarlo e tenerlo a mente. Perchè alla fine tutti si restringe a questo. Però poi c'è la capacità e la voglia di essere asciutti e misurati, merce rara nel pallone. E devo dire che l'approccio dei Friedkin mi è piaciuto un gran bel po'. Nessun tuffo in piscina, né la promessa di vincere chissà cosa e in chissà quanto tempo né tantomeno l'irrefrenabile tentazione di voler mettere la Roma sul tetto del mondo. A parole ovviamente.
    No, niente di tutto questo. I Friedkin a mio parere hanno scelto la via giusta. Ha detto Dan: "I tifosi vogliono tre cose: una squadra di cui essere orgogliosi, un club che apprezzi, comprenda e condivida la loro passione e una proprietà che sia allo stesso tempo presente e onesta". Dichiarazioni semplici ma profonde. E l'estrema sintesi di tutto quello che, più o meno, non è stata la Roma in questi ultimi anni. E si capisce che i Friedkin hanno studiato bene la situazione. Sanno che c'è dare rimettere i tifosi al centro della mission evitando promesse che non siano quelle di essere onesti e 'terreni' nelle dichiarazioni di intenti. Quante volte ho detto, scritto e ripetuto che in questi anni sarebbe bastato essere franchi e credibili nelle esternazioni, senza illudere la gente con progetti irrealizzabili e proclami non mantenuti?

    Per dire: c'è bisogno di cedere giocatori importanti? Bene, ma perché dire il contrario? Al limite meglio un onorevole silenzio no? Non l'ha mai capito Pallotta in tanti anni, l'ha capito Dan Friedkin in pochi giorni. Dice Dan: "Vogliamo vincere. Ma abbiamo bisogno di pazienza: i campioni non vengono costruiti dall’oggi al domani. Promettiamo di lavorare duro, in modo intelligente e strategico e di impegnarci al cento per cento". Nulla di male nel voler vincere. Un conto è volerlo fare e un conto è prometterlo con fuochi d'artificio verbali. E in un mondo in cui tutti i giorni facciamo i conti con chiacchieroni inconcludenti, specialmente nella politica, mi piace molto chi si limita a promettere di lavorare sodo per risollevare la Roma, rimettendosi al giudizio della piazza ma chiedendo tempo per mostrare le proprie qualità. Bell'approccio, sì.
    E ha ragione Friedkin jr. quando paragona il club a un gigante addormentato. Mi piace. Sperando che i piedi di argilla di quel gigante diventino d'acciaio. Nessuno s'aspetta che la Roma scali il mondo dall'oggi al domani, per carità. Il romanista sa aspettare e godersi l'attimo, è nel suo Dna. Non tollera però, di essere illuso e preso in giro. E lo ha ampiamente dimostrato all'ormai ex proprietario, Jim Pallotta. E in ogni caso, il passato è passato. Ora, come dicono i super ottimisti, “Yes We Dan”, diamo fiducia a chi promette di lavorare sodo e senza inutili grancasse. Così, semplicemente.

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