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  • C'è chi sta con Brocchi: il futuro è suo. Galliani corre negli spogliatoi e lo elogia

    C'è chi sta con Brocchi: il futuro è suo. Galliani corre negli spogliatoi e lo elogia

    • Loris Cialini

    Partiamo dall’ultimo fotogramma: se il tiro finito sulla traversa di Balotelli fosse entrato adesso di cosa staremmo discutendo? Di un Milan tutto Brocchi e grinta che non molla mai e giù a incensare l’ex tecnico della primavera che col suo gioco d’attacco aveva conquistato Berlusconi e gli addetti ai lavori negli ultimi trentasei mesi.
    D’accordo, il calcio non si fa con se e i ma e soprattutto in Italia è il risultato che conta e un 3-3 in casa col Frosinone, la penultima in classifica, rappresenta l’”ennesimo” fallimento della stagione rossonera. 

    Troppe inesattezze e valutazioni approssimative si concentrano sul Milan attuale e passato nell’ansia di voltare pagina e dare il colpo di grazia una volta per tutte all'epopea Berlusconi-Galliani.
    Partiamo da Mihailovic: si arriva a dichiarare tramite misteriosi messaggeri che lo spogliatoio era con Sinisa e che l’avvicendamento con Brocchi è stato mal digerito. Chi l’ha detto? Mistero. La voce prende piede a macchia d’olio senza fondamento. Magari come in ogni situazione può esserci chi era più o meno legato al vecchio allenatore ma questo non significa automaticamente che si debba essere contro il nuovo. Ma andiamo oltre.
    Brocchi è stato chiamato al capezzale dopo 5 partite senza vittorie e 3 sconfitte da un Berlusconi all’ultima spiaggia che vuole tentare di ribaltare il Milan col gioco d’attacco di Brocchi piuttosto che con quello di rimessa. Di solito i cambi avvengono durante la sosta di campionato, questo accade durante alla vigilia del turno infrasettimanale. Brocchi non fa in tempo a traslocare di armadietto dalla Primavera alla prima squadra che si ritrova sul pullman per Genova. Tre allenamenti ed è già sotto esame.
    I problemi di un gruppo con vecchi mali restano anche se la squadra vince a Genova e contro il Carpi fa vedere un primo cambiamento importante: cerca di comandare il gioco e stare all’attacco. Manca il gol ma le novità sono evidenti. Con il Verona invece due passi indietro ma all’inizio può essere normale per una squadra che prova a cambiare gioco.
    Eppure qualcosa malgrado la fatal Verona nello spogliatoio inizia ad animarsi. Brocchi in conferenza stampa prova a spiegare le proprie idee di gioco: “A me piace attaccare, da spettatore ammiro il Bayern, il Barcellona, l’Olanda di Cruyiff. La mia primavera ha avuto l’attacco più forte d’Italia, ed è normale che porterò avanti la mia idea di calcio anche in prima squadra.” Domanda: “Ma lei non ha i fuoriclasse del Bayern e del Barcellona…” “A tutti piace allenare i fuoriclasse - risponde Brocchi - Tuttavia in Italia ci sono esempi di squadre che giocano un calcio propositivo, vedi Napoli, ed anche Empoli e Sassuolo (ma anche in questo caso all’inizio se non sbaglio Di Francesco fu esonerato)” Apriti cielo. A questo punto siamo arrivati! Il Milan di Brocchi si ispira all’Empoli. Fischi per fiaschi, in pratica.
    La squadra dimostra comunque di seguire con attenzione il lavoro e le idee di Brocchi e la gara col Frosinone in parte lo conferma: innumerevoli azioni da gol di cui undici piuttosto solari.
    Ecco però le accuse alla difesa colabrodo che prende tre gol dal Frosinone in casa. In realtà il Frosinone di tiri ne fa quattro, uno dei quali non si può considerare una vera azione da gol, l’altro su punizione da trenta metri e uno su grave indecisione di Alex. Il reparto in realtà tiene eccome e partecipa all’assalto rossonero con grande generosità.
    Non basta, si grida: la squadra non ha mostrato spirito di reazione. Un squadra che con lo stadio contro perde in casa col Frosinone 3-1 a 20 minuti dalla fine e in rimonta sfiora il 4-3 come la vogliamo considerare? Una squadra rassegnata?
    Si va negli spogliatoi. Anzi ci va Galliani. Entra e non può fare a meno di elogiare proprio lo spirito reattivo dei giocatori. Peccato che in quell’istante la tv annunci un vertice negli spogliatoi proprio alla presenza di un Galliani su tutte le furie da più di mezzora. La notizia fa gola e viene ripresa ovunque. Brocchi addirittura sarebbe in bilico dopo questo pareggio in casa.
    Tutti nelle televisioni a confrontarsi su moduli e trequartisti e ognuno a suggerire la miglior idea. Se le mettiamo insieme vengono fuori 5 moduli e 10 formazioni diverse. Ma in Italia, si sa, sparare piace. Si invoca Pellegrini che nel frattempo prende 4 gol con il City, non proprio una squadra di brocchi.
    Continuiamo a pensare che Brocchi sia un buon allenatore da non sacrificare all’altare della guerra all’attuale management rossonero e che non possa essere responsabile di colpe pregresse. Si è caricato sulle spalle una mission impossible, se non altro per lo spirito di servizio e il coraggio mostrato merita un briciolo di onestà in più dalla critica e non solo.
     


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