Cagliari, Nández non è indispensabile: per l'Europa bastano Nainggolan e Rog
IL NINJA DA MARAN- Prima di tutto, dove collocare Nainggolan. Il belga torna in Sardegna dopo aver modificato notevolmente il suo gioco: non è più un box to box e nemmeno una mezzala. Decisiva in questo senso la doppia esperienza con Spalletti, a Roma e a Milano. Il tecnico toscano ha avuto il merito e l’intuizione di avvicinare il Ninja alla porta, sia per sfruttarne le doti di finalizzazione che per esercitare una pressione maggiore sulla costruzione centrale avversaria. Anche in un’annata abbastanza sfortunata e deludente com’è stata l’ultima, Radja è comunque riuscito a realizzare sei reti in campionato più un’altra in Champions (contro il PSV). Meglio di così fece solo nella stagione degli 11 gol in Serie A, l’ultima di Spalletti a Roma (2016/2017). Ma allora aveva raccolto anche 37 presenze in campionato (8 in più), giocandone 35 da titolare (13 in più), con zero infortuni e una sola panchina. Insomma Nainggolan non arriva a Cagliari per riempire il vuoto lasciato da Barella, arriva come trequartista. Dunque al posto di Birsa o Castro o João Pedro, i giocatori che Maran ha utilizzato in quella posizione.
Sfrutto ora il primo gol di Nainggolan con la maglia dell’Inter (terza giornata, al Dall’Ara, il primo settembre), per mostrarvi quanto beneficio trarrà il belga da un attacco a due punte com’è quello del Cagliari. In questo caso Perisic e Keita svolgono momentaneamente le funzioni di un Pavoletti e un João Pedro, per capirci, e Politano quelle di una mezzala. I ruoli di partenza non contano, ragionate sulla situazione. Pensate a cosa può voler dire per un difensore dover marcare in area Pavoletti. La minaccia di una palla alta è costante, è molto più di un assillo. Il centravanti del Cagliari sa abbassare le difese come pochi. Adesso pensate a cosa può voler dire marcare Pavoletti e a un tempo prevedere gli inserimenti senza palla del Ninja, tra le linee.
Pongo un interrogativo: e se Nainggolan all’Inter avesse sofferto la mancanza di una torre come Dzeko? Una cosa è certa: al Cagliari la ritroverebbe in Pavoletti.
ROG – Nemmeno Marko Rog ovviamente arriva per sostituire Barella. Per fare la mezzala sì, però. La mezzala di sinistra. Sono giocatori molto diversi, Rog e Barella. Hanno in comune certi strappi, forse, il cambio di passo, ma il croato è.. croato, partiamo da qui. La sua agilità, la sua velocità d’esecuzione è più creativa e imprevedibile. La sua corsa non è squadrata. Sa dribblare nello stretto e a campo aperto, da fermo e lanciato. Rog è un giocatore che stupisce per come elude le complicazioni, per le piste originali che esplora in conduzione. Il Cagliari non aveva una mezzala così tecnica e fluida. Le sue caratteristiche imprimeranno certamente un non so che di nuovo al centrocampo di Maran. Eccolo in azione contro il Leeds di Bielsa, sabato scorso.
Immaginatevi il Ninja al posto di Birsa e magari un’altra seconda punta al posto del pur forte João Pedro. I movimenti in transizione sono quelli classici del 4-3-1-2: a un certo punto il centravanti taglia e si porta via un difensore. Viene servito l’inserimento del trequartista.
Rog però fa il croato, e giustamente ci mette un po’ della sua classe (salta il difensore) prima di mandare in porta Birsa.
MOLTO RUMORE PER NÁNDEZ – Qualora dovesse arrivare a Cagliari anche Nández, non aspettatevi un volante, un regista davanti alla difesa. Al Boca l’uruguaiano ha giocato tendenzialmente da mezzala o addirittura centrocampista esterno nel 4-4-2. Come ad esempio nella partita di andata della finale contro il River, in Libertadores, l’ 11 novembre del 2018.
In campo allora il mediano vero era il colombiano Barrios, come si evince da quest’altra immagine tratta sempre dal secondo tempo di quella partita, ma successiva all’ingresso di Tevez che comportò il passaggio dal 4-4-2 al 4-3-1-2. Ecco dunque la posizione che ricoprirebbe Nández nel modulo di Maran.
Anche dopo la partenza di Barrios (finito allo Zenit in febbraio), Nández ha continuato a girare alla larga dalla cabina di regia, le cui chiavi infatti furono affidate a Iván ‘El Capo’ Marcone. Sotto, in questa partita giocata in casa contro il Wilstermann, l’11 aprile, pur essendo schierato nel doble pivote, l’uruguaiano consegna palla e compiti di regia al vero play. Nández infatti è più una mezzala combattiva che un palleggiatore razionale. Ed è così, credo, che giocherebbe anche al Cagliari, dove altrimenti mancherebbe una mente ordinatrice, e diverrebbe tutto un po’ troppo piatto, frenetico e caotico lì in mezzo.
IL CIGA – La presenza di Cigarini quale vertice basso sarà dunque ancora una volta fondamentale, proprio come nella seconda parte della scorsa stagione. A lui spetterà il compito di dettare i tempi, di alternare la palla lunga al gioco corto.
SE NON ARRIVA NÁNDEZ – Se poi non dovesse arrivare Nández, ci sarebbe sempre un Castro da riscoprire mezzala destra, dopo il lungo infortunio. Lui più di Birsa ha la tempra giusta per resistere alle fatiche richieste da quel ruolo. E forse anche un po’ più di tecnica del ventitreenne uruguaiano valutato una ventina di milioni..