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  • Cagliarimania: forse bisognerebbe chiedere tutti quanti scusa a Maran

    Cagliarimania: forse bisognerebbe chiedere tutti quanti scusa a Maran

    • Marco Orrù
    Il 2020 disastroso del Cagliari prosegue nel peggiore dei modi con la sconfitta casalinga contro l’Udinese, compagine che certamente ha chiuso, o quantomeno sta chiudendo, questo campionato in maniera più dignitosa dei rossoblù. Il gol di Okaka dopo 3’ di gioco ha consentito ai ragazzi di Gotti di vincere il match, chiudere i conti salvezza, peraltro già in cassaforte poco prima dell’inizio della gara della Sardegna Arena dopo la sconfitta del Lecce, e raggiungere a quota 42 proprio il Cagliari, uno scenario inimmaginabile solamente qualche mese fa. Ma tant’è, il campionato dei sardi è ormai finito da tempo e nemmeno Zenga è riuscito nell’intento di capovolgere una stagione maledetta. 

    Ecco, proprio del tecnico milanese si vuol parlare. Dal suo arrivo sulla panchina rossoblù ha collezionato 5 sconfitte, 4 pareggi e 2 sole vittorie, quelle che hanno certificato il raggiungimento della quota salvezza, l’obiettivo minimo del Cagliari quest’anno. Un bilancio gramo, certamente poco soddisfacente per un allenatore che è venuto in Sardegna con la clausola rinnovo automatico in caso di raggiungimento almeno dell’ottavo posto e con velleità addirittura europee. Invece, il Cagliari, con ogni probabilità chiuderà il campionato attorno alla quindicesima posizione. I processi a Zenga sono comunque inutili e deleteri, perché la crisi del Cagliari era già iniziata precedentemente e lo stesso tecnico ex Crotone e Venezia, tra le altre, ha degli alibi non indifferenti. Il giocare ogni tre giorni per una rosa non attrezzata è stato, alla lunga, impossibile; l’assenza prolungata di Nainggolan, all’inizio e alla fine del campionato post lockdown, è stata devastante; la mancata possibilità di incidere sulla squadra a causa degli impegni molto ravvicinati non gli ha dato l’occasione di incidere più di tanto. Alcune cose interessanti si sono viste: il rilancio di Mattiello, l’esordio di alcuni giovani, la ritrovata vena realizzativa di Simeone e i sette polmoni di Nandez e Rog che hanno trascinato la carretta fino alla fine. Poi, però, più nulla, tanto che la riconferma di Zenga sulla panchina rossoblù è praticamente impossibile. 

    Probabilmente, considerando questo scorcio di campionato post covid, unito a ciò che si era fatto in precedenza, un po’ tutti dovrebbero chiedere scusa a Rolando Maran. L’allenatore trentino aveva costruito una squadra spettacolare nel girone d’andata, che aveva fatto ricordare vecchi fasti e che aveva fatto sognare un po’ tutto il popolo rossoblù. Quel Cagliari aveva infranto diversi record di imbattibilità, aveva proposto un gioco spettacolare, a tratti anche speculativo e le cose andavano per il meglio. Peccato che sia durato troppo poco, nemmeno un girone intero, visto che le cose si sono incrinate alla tredicesima giornata con quello sciagurato pareggio di Lecce. Da lì in poi il Cagliari ha provato a tener botta, ha vinto contro la Samp in rimonta e pareggiato, ancora in rimonta col Sassuolo, salvo poi crollare contro la Lazio in casa in quei famosi minuti di recupero, e non riprendersi praticamente più. Qualcosa si è rotto, qualcosa è andato storto, anche Maran certamente ha avuto le sue colpe visto che la squadra era veramente in caduta libera, ma visto come sono andate le vicende in casa Cagliari, sicuramente chi è arrivato dopo non ha fatto certo meglio, segno che forse non era proprio tutta colpa dell’allenatore.  

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