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  • Cagliarimania: Rastelli, via l'etichetta di Borriello-dipendente

    Cagliarimania: Rastelli, via l'etichetta di Borriello-dipendente

    • Mauro Cossu
    Col senno di poi siamo tutti bravi a parlare, a fare la morale, a dare giudizi. Ma l'ennesima scelta conservativa di Massimo Rastelli ha fatto storcere il naso da subito a quasi tutti i tifosi presenti ieri pomeriggio al Sant'Elia. Al minuto 33 della prima frazione di Cagliari-Torino, una grande giocata di Ljajic consente all'undici di Mihajlovic di agguantare il pareggio in risposta al gol firmato dal solito Borriello una manciata di minuti prima. Fin qui niente di strano, se non fosse che la rete del fantasista serbo viene immediatamente seguita da una decisione alquanto singolare. Il tecnico rossoblu deve infatti fare a meno di Marco Borriello, alle prese con il riacutizzarsi del problema fisico accusato nelle scorse settimane, costretto dunque a lasciare il campo. E Rastelli stupisce tutti: al posto del bomber (ieri a segno per la 14esima volta in campionato), dentro il centrocampista Faragò. I tifosi rossoblu non prendono bene la scelta di Rastelli di preferire l’ex Novara a giocatori con caratteristiche nettamente più offensive come Farias e Han. Dagli spalti piovono anche fischi verso il tecnico isolano, così come era già accaduto al momento del cambio Sau-Farias nel pareggio a reti bianche contro la Lazio.   

    Col senno di poi, come detto, è troppo facile esporsi. Ma la scelta di Rastelli era apparsa da subito alquanto conservativa e poco funzionale. La psicologia, nella vita così come nel calcio, è un fattore non di poco conto: il tecnico rossoblu, con la sostituzione di Borriello per Faragò, ha mandato un chiaro messaggio all’avversario, comunicando segnali di debolezza e - forse - timore. E infatti i sardi, che fino alla mezzora avevano disputato un'ottima gara per stessa ammissione dell'allenatore, dopo quel cambio conservativo sono scomparsi dal campo, subendo la rimonta granata firmata da Ljajic, Belotti e Acquah. Troppo tardivi gli ingressi di Farias e Han, che sull'1-3 hanno comunque dimostrato di avere tutte le carte in regola per far male al Toro. A discolpa di Rastelli va sottolineato come Farias non fosse nelle migliori condizioni fisiche, pertanto difficilmente avrebbe retto per oltre un'ora di gioco, ma le caratteristiche fisiche del brasiliano lo portano a dare il meglio di sé contro avversari fisici e rocciosi come la difesa granata. Ecco perché un ingresso anticipato del funambolo carioca avrebbe potuto evitare al Cagliari di schiacciarsi drasticamente verso la propria metà campo, con conseguente isolamento di Sau (unico terminale offensivo), completamente in balia della squadra granata che nel giro di pochi minuti è stata abile nel ribaltare una partita iniziata nel peggiore dei modi. Borriello - non lo scopriamo certo oggi - è uno dei leader massimi di questo Cagliari e ha un peso specifico enorme nell'economia del gioco rossoblu. L'attaccante classe 1982 oggi risulta essere l'ago della bilancia di un Cagliari pericoloso con lui e inconsistente senza. A Rastelli il compito di dare un'anima alla squadra anche in assenza del proprio bomber, per levarsi di dosso l'ingombrante etichetta di Borriello-dipendente.

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