Nei giorni scorsi il presidente Cellino ha annunciato una rivoluzione. 'Adesso basta, cambio metà squadra' si è sfogato il patron rossoblù dai microfoni di una trasmissione radiofonica. Solo uno sfogo dopo vent'anni di presidenza, oppure c'è sotto un progetto ben preciso? Difficile valutare, anche se i segnali sembrano andare nella direzione opposta. Storicamente le rivoluzioni si fanno e non si annunciano. E a proposito di annunci, il primo riguarda la conferma di Ficcadenti sulla panchina rossoblù. Una conferma che si inquadra in un progetto non proprio rivoluzionario, a meno che non ci sia qualche sorpresa dell'ultima ora (nei giorni scorsi è circolata la voce di un possibile arrivo di Delio Rossi).

Gli unici segnali di discontinuità per ora riguardano l'addio certo di Alessandro Agostini dopo dieci anni e 281 presenze complessive in maglia rossoblù, e quello molto probabile di Michele Canini (sette stagioni e 177 presenze). Per il difensore bresciano, con il contratto in scadenza nel 2013, si parla di un interessamento di Atalanta e Genoa. Per il resto niente si nuovo sotto il sole. E forse è meglio così: l'ossatura della squadra deve, a nostro parere, restare immutata. Il 'nuovo' Cagliari non può fare a meno di Agazzi, Pisano, Astori, Conti, Cossu e Pinilla. E se restasse anche Nainggolan - che Cellino cederebbe solo in presenza di un'offerta irrinunciabile - sarebbe perfetto.

Intorno a loro Ibarbo avrà la possibilità di confermare ciò che di buono ha fatto vedere nella sua prima stagione italiana, mentre altri (Rui Sampaio, Eriksson) avranno l'opportunità di ripartire da zero dopo un'annata da dimenticare. L'unica novità certa è il ritorno di Marco Sau - 41 reti nelle ultime due stagioni con le maglie di Foggia e Juve Stabia -, che se riuscisse a ripetersi anche in serie A sarebbe una manna dal cielo per la squadra e i tifosi. E se ritorna anche Andrea Lazzari... altro che rivoluzione, sembra proprio una restaurazione.