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  • Cairo e Della Valle, duello per il Corriere

    Cairo e Della Valle, duello per il Corriere

    • Attilio Rapaci

    Non si è ancora chiusa la stagione domestica (ultimo atto sabato prossimo con la finale di coppa Milan-Juventus) che un confronto serrato si è appena aperto fra i patron di Fiorentina e Torino. Da sempre gemellati e uniti dalla comune rivalità con la Juventus, questa volta granata e viola si trovano su sponde opposte. 

    Urbano Cairo, infatti, ha da poche settimane lanciato un'opa volta a scalare Rizzoli-Corriere della Sera (RCS), editore fra l'altro della Gazzetta dello Sport, appoggiato da IntesaSanPaolo e col beneplacito della famiglia Agnelli
    Diego Della Valle, azionista storico, non ritenendo accettabile l'offerta in azioni Cairo Communication, ha organizzato una cordata insieme a UnipolSai, Pirelli, Mediobanca e al finanziere Andrea Bonomi, offrendo 0,70 euro per azione in contanti, con un premio di circa il 20% sull'offerta di Urbano Cairo. 

    Si è dunque aperto uno scontro fra i due schieramenti per il controllo di RCS che oramai dagli anni ruggenti dei "furbetti del quartierino" non sperimentava più le luci della ribalta. Va peraltro ribadito come RCS si trovi tutt'ora in prossimità dei valori minimi di sempre, ben lontana dagli oltre 4 euro di una decina di anni fa. Il fatto è che uno dei gioielli del "salotto buono" della finanza milanese è oramai diventato finanziariamente poco più che un ripostiglio e l'impressione è che i contrattacanti capitanati dal patron viola stiano cercando di non consolidare una perdita per molti colossale (complessivamente alcune centinaia di milioni di euro) e una contestuale marginalizzazione nella gestione della società che, inevitabilmente, li porterebbe poi a vendere a prezzi più bassi. 

    Tutte e due le cordate pongono condizioni sul debito di RCS: in particolare la rinuncia da parte delle banche creditrici a chiedere il rimborso anticipato delle linee di credito e una dilazione del debito fino all'approvazione del bilancio 2017. Il bello è che Mediobanca e IntesaSanPaolo sono sia azioniste che creditrici di RCS e che ogni decisione sui finanziamenti in essere andrà presa all'unanimità dal gruppo di banche. La sfida e le conseguenze economiche per i due presidenti potranno avere risvolti anche sulle campagne di rafforzamento delle squadre. In un contesto economico ancora difficile, con utili in contrazione e crescita domestica e globale stagnate o in rallentamento, un impegno come questo potrebbe sottrarre risorse e, forse, ridimensionare le ambizioni di squadre che già quest'anno non hanno del tutto convinto. In questo scenario i patron potrebbero vendere i pezzi più pregiati della rosa giustificandolo come un nuovo inizio fondato sui giovani provenienti dalla primavera. 

    Ne soffrirebbero senz'altro anche i tifosi, specie se nella prossima stagione, come in quella appena conclusa, la somma dei punti ottenuti dalle due compagini contro la rivale di sempre fosse pari ai titoli conquistati. 
     


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