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  • Cairo è stufo di Mihajlovic: per la panchina del Torino è pronto Nicola

    Cairo è stufo di Mihajlovic: per la panchina del Torino è pronto Nicola

    • Giampiero Timossi
    Gli eroi sono tutti giovani e belli. Quest'anno il racconto della serie A aveva bisogno di un nuovo protagonista e l'ha trovato: è Davide Nicola, allenatore del Crotone, ha 44 anni, è un tecnico giovane e sta regalando l'ultima emozione a una serie A dai finali finora piuttosto scontati. Nessuno fin qui è riuscito a emozionare di più: prima i tifosi calabresi, poi un'intera città, ora l'Italia intera, esclusa probabilmente una parte della provincia di Firenze e cioè il Comune di Empoli. Non c'è Allegri, Sarri o Gasperini che tengano. Nicola è unico, ormai non ho più dubbi. Per quel che può interessare alla banda del Charuto dirò che lo seguo calcisticamente da una vita. Siamo cresciuti insieme, io giovane cronista al Secolo XIX, lui giocatore del Genoa.

    Non era uno dei miei preferiti, sbagliamo tutti e io più degli altri. Lo guardavo con una certa diffidenza: troppo generoso, troppo esuberante. Troppo spontaneo per essere spontaneo davvero. In più non parlava con i giornalisti, almeno non con me: sorrideva, salutava, chiacchierava pure di quanto accadeva nella “nostra” Genova, ma si fermava sempre in tempo. Mai una formazione spifferata in anticipo, mai il racconto di uno dei mille “bordelli” che ieri ben più di oggi animavano lo spogliatoio del Grifone. Mi ero pure convinto che uno dei miei guru d'allora, il Professor Franco Scoglio, tenesse Nicola sui “cabasisi”.

    Scoglio per me resta la gioia del calcio allo stato puro, più per i racconti ascoltati che per il gioco visto, ma a pensarci bene neppure so se l'antipatia del Prof fosse autentica, credo proprio di no. Comunque non sarebbe stata corrisposta, visto che Nicola ha riempito due quaderni con le frasi folgoranti dell'allenatore di Canneto. Già, mi sbagliavo: Nicola è spontaneità allo stato puro, ed è sostanza, sensibilità. E' studio, nel senso che studia e legge molto e immagino un po' di tutto. Il che gli permette di non essere mai “studiato”, in posa, ma spontaneo e interessante. Più di altri è lui a rispondere alla massima di José Mourinho: “Chi sa solo di calcio non sa niente di calcio”. Insomma, la mia “anima nera” si deve rassegnare: l'allenatore del Crotone non dice mai banalità, perché non è banale. Di lui, ora, stanno parlando tutti: ne scrive il Migliore, Gian Antonio Stella, sul nuovo Sette del Corriere della Sera o il Foglio, pagine sulle quali il calcio non scende in campo con rituale banalità. C'è di più, tutti ne scrivono in maniera egregia, nuova, senza retorica, evitando di andare a pescare nella vita privata di un uomo che ha sofferto molto. Lo paragonano a condottieri, a illustri politici capaci di dare una speranza al Sud, perfino a eroi cinematografici rubati ai western pulp di Quentin Tarantino. A me il primo a dirmi che sarebbe diventato un grande allenatore è stato il mio amico Stefano Capozucca. Lo aveva avuto come giocatore alla Ternana, “grande in campo, troppo esuberante per fare l'allenatore”. Poi Capoz ci ripensò e lo portò ad allenare il Livorno. “Bravissimo”. Esonerato. “Bravissimo, lascia stare”. Aveva ragione, lo diceva in tempi non sospetti. E così anche il mio essere “sospettoso” ha iniziato a vacillare. Poi ho incontrato Nicola, prima che andasse in onda alla Domenica Sportiva abbiamo parlato un paio d'ore con lui e nessun ospite prima aveva fatto squadra con noi come il tecnico del Crotone. Charuto sei un idiota, rassegnati! Nicola è il numero uno: se salverà il Crotone sarà per un unico motivo: il Crotone lo meritava e lui ha trasmesso a tutti la consapevolezza che l'obiettivo era raggiungibile. Ha raccontato una storia nuova e vera, dicendo finalmente basta alla retorica dell'Empoli, la squadra operaia della Città del Carciofo.

    Ps toc-toc, sono l'anima nera dell'attempato giornalista. Aggiungo una verità che so da qualche giorno e che domenica ha ripreso consistenza. Urbano Cairo non ne può più di Sinisa Mihajlovic e come lui non ne possono più del rude allenatore anche molti giocatori granata. Il divorzio a fine stagione è un'ipotesi sempre più fondata. E' in via di definizione un piano che permetterebbe al tecnico serbo una resa con l'onore delle armi. Cairo continuerà a insistere sul Toro dei giovani (tipo Belotti, non noccioline) e Sinisa dirà che così non si può andare avanti. Arrivederci e grazie. Urbano Cairo sta dimostrando di che pasta è fatto: ha scalato il gruppo Rcs, può scalare anche la serie A. Per quel poco che ne so ha una velocità di pensiero fuori dal comune e un decisionismo cortese. Ha deciso che Mihajlovic non è più l'uomo giusto per guidare il Toro. E ha deciso che con Davide Nicola non sbaglierà scelta. Ora è naturale che gli amici di calciomercato.com faranno su questo il titolo del Charuto: giusto, sacrosanto. Mi scuso con loro e con i lettori, avevo messo da parte il Diavoletto del giornalista. Poi ho pensato: Nicola e il Crotone sono speciali. Sapranno salvarsi e poi parlare del futuro. In caso contrario sarebbe un gran giramento di “cabasisi”.

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