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  • Cairo su Bianchi:| 'Otto acquisti per il Toro'
Cairo su Bianchi:| 'Otto acquisti per il Toro'

Cairo su Bianchi:| 'Otto acquisti per il Toro'

Intervista al presidente del Torino.
Cairo: "La mia proposta a Bianchi: resta e vienici incontro".
"Difficile tenerlo a certe condizioni, ma lui sa che importanza avrebbe per noi".
"Ogbonna? Voglio assicurarmi che sia ancora motivato come a gennaio".

Presidente Cairo, è una sensazione sbagliata o il mercato del Toro ristagna?
«Non mi sembra. In giro non vedo grandi affari e sono tra i pochi che hanno concluso un acquisto con soldi veri, il milione e 200 mila euro spesi per tutto Ebagua».

Capirà, con tutto quello che vi serve.
«Leggo che ci mancano 15 o 20 giocatori. Se fosse vero, le darei ragione ma la realtà è diversa: un portiere, due difensori, tre centrocampisti e due esterni, sono queste le nostre necessità. Mi pare che si arrivi a otto».


Più le punte.
«In attacco siamo attrezzati per la B. Ebagua ha segnato 12 gol in 24 partite a Varese, ha tecnica e potenza, sarà un inserimento importante. E bisogna vedere come finirà con Bianchi e Antenucci».

Bianchi non è più un partente garantito?
«Gli lancio un messaggio: mi è difficile tenerlo alle stesse condizioni e capisco che per lui una terza stagione in serie B sarebbe un grande sacrificio, forse insostenibile, però sarei felicissimo che ci venisse incontro e restasse. L'uomo e il giocatore non sono mai stati in discussione»

E perchè dovrebbe farlo?
«Ho cinque club di A, anche importanti, che me lo chiedono, più qualcuno all'estero. So che può suonare strana l'idea che accetti la mia proposta di fronte a certe offerte però lui sa quale importanza avrebbe qui».

Ci sta ripensando anche su Ogbonna, che era incedibile?
«Non gli ho parlato prima delle vacanze e lo farò al più presto. L'esperienza mi ha insegnato che è inutile avere giocatori forti ma poco convinti e motivati: a gennaio rifiutai per lui una decina di milioni perché gli vedevo una gran voglia di restare, voglio assicurarmi che sia rimasta la stessa».

Teme che la convocazione in Nazionale lo abbia cambiato?
«Non lo so, voglio sincerarmene. Altrimenti, davanti a un'offerta magari più importante che a gennaio dovrei valutare il da farsi».

Suona come una minaccia. Prima lei parlava di Antenucci: sembrava una conferma risolta, adesso da Catania giungono segnali più inquietanti. Arriverete alle buste?
«Questa settimana si decide per lui, come per Malonga con il Cesena e Iunco con il Verona e confido che ci si accordi per tutti e tre. La valutazione di 1 milione e 700 mila euro per la metà di Antenucci mi pare alta però con il Catania ci sono tali rapporti che se ne può ancora discutere. Comunque non avrei paura di andare alle buste, è un po' come giocare a poker ma talvolta se ne esce con una sorpresa piacevole».

Perderlo sarebbe un guaio. Anche perchè le hanno già soffiato Lazarevic e Destro, che il Genoa ha mandato al Padova.
«Ci interessavano però bisogna valutare le condizioni dei prestiti: non credo ad esempio che si sia fissato il riscatto».

Si è convertito all'idea di Ventura: d'ora in poi pochi prestiti e con un riscatto certo?
«E' la linea sulla quale lavorare. Puntiamo su gente giovane ma non di primissimo pelo e che abbia un riscatto ragionevole. Ce lo possiamo permettere: con società che hanno a contratto 70 o 80 giocatori l'offerta supera di molto la richiesta. In più credo che la presenza di Ventura, un tecnico che fa crescere i giovani, invoglierà qualche grande club a mandarci i suoi»

Ancora i prestiti. Possibile che il Toro non possa comprare i giocatori e farli innamorare della maglia senza che si sentano sempre di passaggio?
«In questo caso c'è molta leggenda. Se prende la formazione che quest'anno ha giocato di più vedrà che c'erano al massimo tre o quattro prestiti: devo citarle le squadre di serie A, anche importanti, che ne avevano più di noi? Prestiti e fine contratto: ormai è una formula inevitabile per tutti, in questo calcio malato di debiti. Sa io cosa aspetto? Il fairplay finanziario. Allora si vedrà dove starà il Toro che non deve niente alle banche perché il suo presidente da due anni ci mette un milione al mese e dove staranno gli altri che vivono su plusvalenze destinate a finire».

Insomma lei tifa per Platini?
«Se lui è il paladino di questa battaglia, allora sì».

Nell'attesa vedrà la Juve giocare il derby piemontese con il Novara e non con voi. Siete la terza forza in Regione.
«Non esageriamo. Il Novara ha grandissimi meriti per la promozione ma per stabilire una gerarchia non credo che le ultime due stagioni valgano per i 55 anni in cui non era in A e a volte neppure in B mentre il Toro ci stava da protagonista».

Intanto come pensa di vivere Cairo con una tifoseria che ha perso la fiducia in lui e lo considera quasi un nemico?
«Sarò chiarissimo. Avevo annunciato che me ne sarei andato e l'avrei fatto ma nessuno si è proposto, se non quel Proto che mi risulta volesse prendere anche il Bari e poi si è ritirato quando glielo avrebbero lasciato gratis. L'unica soluzione era non iscrivere la squadra ai campionati con quello che segue. Perciò anche chi mi contesta mi deve sopportare e sostenere la squadra: se non altro perché se andremo in serie A aumentano le possibilità che arrivi qualcuno e che chi non mi vuole si liberi di me».


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