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  • Calcio & Libri: Andreotti, Berlusconi & co; la storia dei poteri nel calcio italiano

    Calcio & Libri: Andreotti, Berlusconi & co; la storia dei poteri nel calcio italiano

    • Gaetano Farina

    Dopo l’ennesimo scandalo, stavolta legato al giro di scommesse internazionale, il calcio appare sempre più come lo specchio dei mali del nostro paese: affarismo spregevole, corruzione, scorrettezza, criminalità, illegalità, antimoralità, incompetenza, manipolazione e demagogia. Del resto, essendo la disciplina sportiva di gran lunga più amata e seguita nel nostro paese (e nel resto del mondo), tanto da oscurare praticamente tutte le altre, ha attirato gli appetiti affaristici degli uomini più potenti d’Italia che ne hanno completato la metamorfosi in puro business. Un libro di Chiarelettere, uscito all’inizio del 2012, ed intitolato Fuori Gioco, ha proprio voluto occuparsi dell'oligarchia italiana vista attraverso il calcio di serie A, concentrandosi sui presidenti del club più facoltosi, senza, però, dimenticare i potenti del tempo che fu, come Ferlaino (e il Napoli di Maradona), la famiglia Cecchi Gori, il romanista Sensi a cui è succeduto la figlia Rossella, la famiglia Tanzi che, nonostante i buchi di Parmalat, acquistava i giocatori più costosi al mondo o Cragnotti che, a dispetto dei bilanci fasulli (o proprio grazie a queste manipolazioni), regalò uno scudetto al popolo laziale.

    I protagonisti di questo libro - scritto dal giornalista dell’Espresso Gianfrancesco Turano (turano.blogautore.espresso.repubblica.it), già autore di Tutto il Calcio Miliardo per Miliardo – sono praticamente i padroni dell’Italia: ci mancano forse solo De Benedetti o Montezemolo che, però, si può associare alla FIAT ed alla famiglia Agnelli. Oltre agli Agnelli, proprietari da sempre della Juventus, ritroviamo, infatti, Silvio Berlusconi, da 30 anni alla guida del Milan, che mischia amabilmente il calcio alla politica (anche per confondere gli elettori), i re del petrolio Moratti (coadiuvato da Tronchetti Provera e la Pirelli) e Riccardo Garrone (al momento in serie B, con la sua Samp), i ricchissimi Della Valle, “il magnate dei giocattoli” Enrico Preziosi, il re dei supermercati Maurizio Zamparmi alla guida del Palermo (dopo una lunga avventura al Venezia), il finto “moralizzatore” Claudio Lotito che si è fatto una fortuna partendo da un’impresa di pulizia (come il “mitico” Gaucci), la misteriosa cordata a stelle e strisce capitanata da Thomas Di Benedetto che ha acquisito la Roma (un tempo affidata da Andreotti al pupillo, di fede fascista, Ciarrapico), Aurelio De Laurentis che, con l’industria cinematografica in crisi, ha provato a buttarsi nel business del calcio e il furbissimo patron dell'Udinese Gianpaolo Pozzo che scopre talenti in tutto il mondo per venderli a prezzi salati ai club più blasonati rispetto alla sua Udinese.

    I presidenti sgomitano, attaccano, fanno gol o li subiscono, tra affari, cordate e lobby, patti di sindacato, banche e giornali, operazioni immobiliari e finanziarie, rapporti con la politica, in tribuna e fuori dallo stadio. La trama del potere vista attraverso il calcio passa dalla Prima alla Seconda Repubblica, da Andreotti a Berlusconi, da Geronzi a Profumo. Nelle dieci storie raccontate, in quasi 300 pagine, da Turano c'è tutta l'Italia. Ci sono i banchieri e i furbetti del quartierino, la Tangentopoli di ieri e quella di oggi, la bancarotta, l’evasione fiscale e la criminalità organizzata. Una trama senza soluzione di continuità, che arriva fino ai giorni nostri, all'ondata d'indignazione che attraversa il paese e aggredisce il Palazzo, ma guai a chi tocca il calcio e la squadra del cuore. C'è chi l'ha capito e continua indisturbato a giocare la propria partita.

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