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  • Calcio & marketing 'Ecco come il calcio è diventato un vero settore economico!'

    Calcio & marketing 'Ecco come il calcio è diventato un vero settore economico!'

    Calciomercato.com ha posto all’Agente FIFA Jean-Christophe Cataliotti, esperto di diritto calcistico e titolare dei corsi per aspiranti agenti FIFA e osservatori di calcio (per info visita il sito www.footballworkshop.it), e al Dott. Tommaso Fabretti, laureato in Economia e Management, alcune domande sulla trasformazione del calcio da semplice divertimento sportivo a vero e proprio settore economico.

    Come si è trasformato il calcio nell’ultimo ventennio?
    Circoscrivendo l’attenzione al fenomeno calcio in Italia, nell’ultimo ventennio il settore calcio è diventato uno sport ad alta intensità di businnes, essendo caratterizzato principalmente da un elevato livello di penetrazione nei confronti del pubblico, garantito dalla diffusione di massa della pratica sportiva e da una elevata capacità di generare flussi finanziari. Il mercato calcistico è diventato un concentrato inesauribile di interessi pubblici e privati. Basti pensare che in Italia, oggi, oltre 36 milioni di persone si dichiarano tifosi di calcio, quasi il 60% della popolazione totale. Secondo le rilevazioni istat, il giro d’affari relativo al settore calcistico rappresenta circa il 2,5 del PIL nazionale.
     
    E nel mondo quanti sono i praticanti di calcio?
    In base ad una ricerca di mercato promossa dalla FIFA, sono 204 milioni i praticanti di calcio sparsi in tutto il mondo.
     
    Si può parlare del calcio come di un vero e proprio comparto economico?
    Spostando l’attenzione sull’attività calcistica a livello europeo, dall’inizio degli anni ’90 il calcio ha mutato la sua fisionomia. Se in precedenza era considerato come un semplice divertimento sportivo, e, in quanto tale, veniva analizzato soltanto dal punto di vista tecnico-agonistico, oggi presenta notevoli implicazioni a livello gestionale, economico e finanziario.
     
    Esattamente che cosa è cambiato?
    Semplice: i calciatori non sono più dei semplici atleti, ma dei veri e propri ASSETS che costituiscono il valore di una società; gli stessi tifosi non vengono più visti come semplici appassionati di sport, ma vengono sempre più assimilati a meri clienti, in funzione dei quali strutturare delle apposite strategie commerciali per sfruttare anche da un punto di vista economico la loro fedeltà nei confronti della squadra.
     
    Il risultato sul campo ha perso, dunque, il suo valore?
    No, ma non è più l’unico aspetto sul quale concentrarsi. Oggi anche i bilanci societari hanno ampio risalto e, pertanto, ne deriva che il risultato finanziario va perseguito con la stessa caparbietà con la quale si persegue il risultato sportivo. Osservando nel dettaglio le principali e più evolute società calcistiche internazionali (ad es. quelle inglesi), è possibile riconoscervi alcune delle caratteristiche peculiari che vengono descritte dalla tradizionale dottrina dell’economia aziendale: queste società fanno capo ad un soggetto economico, cioè una persona (o un gruppo di persone) che si occupa di organizzare i fattori della produzione (cioè capitale finanziario, materie prime, risorse umane e impianti) al fine di produrre beni e servizi che possano soddisfare i bisogni degli individui. In altre parole, è possibile associare gli odierni club calcistici alle comuni aziende operanti in qualsiasi altro settore economico. Le società sono organizzate in maniera ottimale per puntare non solo al successo sportivo, ma per cercare di realizzare anche importanti risultati economico-finanziari.
     
    Concludendo, che cosa è diventato oggi il mondo del calcio?
    Il mondo del calcio, oggi, non è più solo una grande festa popolare, uno sport fantastico in cui confluiscono le emozioni di adulti e ragazzini, ma un comune comparto dell’economia in grado di generare, oltre alla passione dei tifosi, anche notevoli interessi finanziari.

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