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  • Calciopoli, chi deve sedere attorno al tavolo della pace con Juve e Inter

    Calciopoli, chi deve sedere attorno al tavolo della pace con Juve e Inter

    • Xavier Jacobelli - Direttore www.quotidiano.net

    Petrucci ha fatto bene a dire che il calcio italiano è malato di doping legale.
    Agnelli ha fatto bene a proporre il tavolo della pace, la cui primogenitura deve essere rigorosamente ascritta a Diego Della Valle, non foss'altro per le ingiuste critiche che gli piovvero addosso a suo tempo.
    Moratti ha fatto bene a raccogliere l'invito di Agnelli tramite Petrucci.
    Abete e Galliani hanno fatto bene ad accodarsi.
    Tutto bene? Quasi. Perchè se è vero che "bisogna porre fine al ricorso continuo ai tribunali",  per dirla con il presidente del Coni, è altrettanto vero che al fatidico tavolo occorrerà anche dare risposte a milioni di tifosi, schierati sotto tutte le bandiere.

    E che, in dicembre, quando si terrà il summit su Calciopoli, sarebbe bello se intervenisse anche il prof. Guido Rossi, commissario straordinario dela Federcalcio nell'estate 2006, incarico che mollò dopo tre mesi per tornare in Telecom. IL tempo necessario per commettere il peccato originale alla base della guerra scatenata dalla Juve contro la Federazione e, in subordine, contro l'Inter.   
    A norma di regolamento,  se avesse voluto, il 26 luglio 2006  Rossi avrebbe potuto non assegnare il titolo a tavolino: lo provano le dissociazioni postume dei Tre Saggi. Ma, soprattutto, lo conferma la scarsa lungimiranza del commissario medesimo che poi se n'è andato da Via Allegri, insalutato ospite, lasciando dietro di sè la miccia accesa che nesusno ha più spento.
    Ancora: porgendo il ramoscello d'ulivo, Agnelli ha ricordato alla Figc che la sua giustizia non può esssere a orologeria: "Noi abbiamo rispettato le decisioni prese in quattro mesi nel 2006, ma, al nostro esposto, la Federazione ha replicato dopo 14 mesi".  E' normale? No che non è normale. E, già che ci siamo, quando sarà attorno al tavolo la Figc potrebe spiegare perchè le nuove intercettazioni acquisite dalla difesa di Moggi durante il processo di Napoli, siano state acquisite con incredibile ritardo dalla federazione medesima. Tanto che il procuratore Palazzi, il 1° luglio scorso si è dovuto fernare davanti al muro della prescrizione.
    Approfittando dell'occasione, Abete potrebbe anche spiegare se e quando la sua organizzazione intenda riformare qull'obbrobrio giuridico che risponde al nome di responsabilità oggettiva. E potrebbe ricordare che le regole ci sono per essere rispettate. Se lo ficchino bene in testa il dimissionario presidente della Lega, Beretta, Lotito e a tutti quelli che si lamentano perchè le norme impongono la sospensione dei tesserati condannati per frode sportiva in primo grado. E basta con questa storia che tutti sono uguali, ma qualcuno è più uguale degli altri.


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