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Calcioscommesse:| Caccia al tesoro in Svizzera

Calcioscommesse:| Caccia al tesoro in Svizzera

Inchiesta a Berna per il riciclaggio: i soldi sul conto di un calciatore italiano.
Scommesse, caccia al tesoro in Svizzera.
Nuovi sviluppi attesi dal ritorno imminente di Gegic in Italia.
Gelo tra gli inquirenti e la Figc per la gestione dei processi.

Seguendo i soldi, inevitabilmente si arriva in Svizzera. E anche la storia sempre più ingarbugliata del calcioscommesse italiano non è sfuggita alla regola. Così nessuno si è stupito quando, nei giorni scorsi, al tribunale di Cremona è arrivata una maxi rogatoria internazionale avviata dalla procura di Berna Mittelland. Un po’ più di stupore c’è stato quando gli investigatori, leggendo quel documento, hanno capito su cosa stanno indagando i magistrati elvetici: il tesoro del calcioscommesse. La cui forma giudiziaria è quella di un gigantesco caso di riciclaggio, un fiume di euro in transito per la Svizzera attraverso il conto corrente di un giocatore italiano («un giocatore di un certo prestigio, già coinvolto nelle nostre indagini», riferisce una fonte attendibile).

Principale strumento di questo riciclaggio, secondo l’ipotesi della procura elvetica, le scommesse sulle partite combinate in Europa e, in particolare, in Italia, dove l’organizzazione internazionale individuata nell’inchiesta della procura di Cremona era particolarmente attiva. Dopo aver studiato attentamente le carte delle indagini italiane — stando a quanto è stato possibile ricostruire — gli svizzeri hanno avviato una serie di accertamenti su alcuni “personaggi chiave” e avrebbero osservato un movimento alquanto anomalo su un conto cifrato riconducibile al «giocatore di un certo prestigio». Giocatore che nei prossimi giorni verrà interrogato dagli uomini della squadra mobile di Cremona e dello Sco di Roma, guidati dal giudice per le indagini preliminari Guido Salvini. All’interrogatorio, con ogni probabilità, parteciperà anche il procuratore capo Roberto Di Martino, particolarmente interessato ad una indagine che di fatto conferma l’intera intuizione investigativa iniziale, quella di un’organizzazione “transnazionale” in grado di muovere giganteschi capitali in giro per il mondo per poi investirli (e spesso anche “pulirli”) attraverso le partite combinate in Italia.

La rogatoria bernese non sarebbe l’unico nuovo spunto dell’indagine “cremonese”. Nei prossimi giorni è infatti atteso il ritorno in Italia di Almir Gegic, il “numero due” degli zingari, il braccio destro di Hristian Ilievsky. Le sue dichiarazioni potrebbero essere assai importanti, secondo i pm, e riaprire molte posizioni — anche di primo piano, con squadre e giocatori di serie A — oggi considerate chiuse. Quasi tutti i “de relato” di cui sono piene le dichiarazioni dei pentiti Filippo Carobbio e Carlo Gervasoni hanno infatti proprio Gegic e gli “zingari” come fonte originaria. A proposito di Gervasoni e Carobbio c’è infine da registrare un certo “fastidio” da parte degli inquirenti «per il modo contraddittorio e parziale» con cui la giustizia sportiva ha trattato le loro dichiarazioni durante i numerosi processi sin qui svolti. Processi dai quali i due pentiti — che continuano ad essere ritenuti attendibili, a livello penale — sono usciti indeboliti.


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