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    Calcioscommesse: caso Shala, l'avv. Guerrasio e...

    Si attende la sentenza del TNAS sul caso Antonio Conte (il c.t. bianconero spera in un sostanziale sconto della pena). Certamente fa riflettere che si parli ancora di calcioscommesse a campionato in corso, ma fa ancora più riflettere l'intera gestione del filone di indagine sul match-fixing, ribattezzata con il nome di New Last Bet. Qualche riflessione di getto. I filoni di indagine di questa estate sul calcioscommesse hanno fatto emergere una piaga endemica nello sport, in particolare nel calcio. Il diffuso comportamento fraudolento di tesserati e dirigenti ha rovinato l'immagine del tanto amato calcio. 

    Va però detto che in queste indagini, dove i pentiti (Gervasoni, Carobbio, Masiello) hanno avuto un'importanza fondamentale per l'impianto accusatorio, sono stati coinvolti anche giocatori che poi sono risultati del tutto estranei a tali combine. Un caso emblematico di questa estate è quello di Rijat Shala accusato da Gervasoni in maniera totalmente indeterminata di aver truccato la partita di coppa Italia Chievo Novara ricevendo dagli zingari la somma di Euro 150.000,00 che poi avrebbe diviso con altri giocatori del Novara tra i quali Ventola, Bertani e Fontana. 

    Durante il processo, la perseveranza e la dedizione del legale di Shala, l'avvocato Gianluca Guerrasio del foro di Foggia, ha fatto emergere le falle incolmabili presenti nell'impianto accusatorio a carico dello Shala. Difatti, Gervasoni riferendo in maniera totalmente indeterminata i suoi "sentito dire" ha tirato in ballo un albanese accostandolo, solo a seguito di suggerimento degli organi inquirenti al nome di Shala. Peccato che Shala è di nazionalità svizzera e di origine Kosovare oltre che il suo nome viene fatto solo a seguito di domanda suggestiva, anzi nociva del P.M. L'avvocato Guerrasio aveva concluso la sua arringa difensiva davanti agli organi di giustizia sportiva con una frase che rievoca una brutta pagina della giustizia: "Non fate di Shala l'Enzo Tortora del calcioscommesse". Per il giocatore erano stati chiesti dal procuratore Palazzi 3 anni e 6 mesi di squalifica. In quel processo sono state condannate 21 società e 52 tesserati, solo 4 i prosciolti e quella di Shala è stata senza dubbio l'assoluzione più emblematica (anche perchè la richiesta di condanna della procura era la più alta tra i prosciolti) anche se il rischio che anche il malcapitato Shala finisse nel tritacarne dei colpevoli era molto alto. Fare pulizia nel mondo dello sport è doveroso e tanto di cappello agli organi inquirenti e giudicanti che si adoperano per questo, ma bisogna fare molta attenzione a non creare nella nostra giustizia, in particolare in quella sportiva che ha l'esigenza di forte celerità, nuovi casi Tortora distruggendo la dignità e la vita calcistica ed umana di giovani tesserati a causa di estemporanee dichiarazioni di pentiti non riscontrate adeguatamente.
    Sinceramente crediamo che la giustizia debba sempre essere giusta e uguale per tutti. Quando poi il tempo a disposizione è scarso per poter portare avanti una serie di indagini è più giusto assolvere, piuttosto che condannare. Sapere di avere rovinato la vita di una persona, prima ancora di un calciatore, può diventare un'onta indelebile per i componenti delle attuali commissioni disciplinari.
    Lo scriviamo con forza perchè il prossimo 8 ottobre verrà esaminato il caso di Alberto Fontana (ex portiere del Novara). Per noi è assolutamente innocente, speriamo che lo sia la prossima settimana anche per i giudici, perchè si rischia di rovinare la vita di una persona per bene. 

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