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  • Campedelli a CM: 'Diritti tv, così non va'

    Campedelli a CM: 'Diritti tv, così non va'

    • Stefano Del Corona

    Fare calcio in provincia sta diventando sempre più difficile. Eppure, nonostante tutto ci sono sono realtà come il Chievo Verona che continuano a vivere e anche molto bene in mezzo ai giganti, pur non avendo risorse ingenti da immettere sul mercato. La via che hanno scelto i clivensi per restare nel calcio che conta, passa anche dalla crescita del settore giovanile. In questo senso sono 120 in tutta Italia affiliate al club di proprietà di Luca Campedelli, l'ultima delle quali è il Ponte a Greve, squadra dell'hinterland di Firenze con una bella e lunga tradizione alle spalle. Calciomercato.com ha raggiunto in esclusiva il numero 1 del Chievo:

    Presidente Campedelli, qual è l'impronta che avete deciso di dare per quanto riguarda la cura del settore giovanile? E vede il calcio italiano in crisi anche da questo punto di vista? 

    "Intanto dico che a noi le bandierine non ci interessano, non ci interessa sbandierare ai quattro venti il fatto di avere qualche società in più o in meno con noi, ci interessa solo far crescere i ragazzi e ci interessa anche portare in giro una certa mentalità. Sul calcio italiano dico che non si può parlare di crisi, ma che i giovani facciano fatica ad imporsi quello è innegabile. Ma il calcio italiano non è mai stata una fucina di giovani talenti, ma di giocatori che venivano sempre inseriti graduatamente. Una volta poi c'era solo il settore giovanile italiano, adesso si può parlare di un settore giovanile mondiale. C'è il miraggio per molti di guadagnare tanti soldi e di fare successo, ma se i ragazzi non capiscono i sacrifici che ci devono stare a monte per arrivare a questo traguardo e pensano di avere tutto e subito, è megli che vadano a fare qualcosa di diverso".

    Le tre-quattro grandi hanno concentrate nelle loro mani la gran parte delle risorse dei diritti televisivi. Come si combattono queste sperequazioni? Non è arrivato il momento di arrivare ad un cambiamento così come ad esempio prospettato dal proprietario del Bologna Joey Saputo?

    Sui diritti televisivi, mi spiace constatare come l'ultima volta che abbiamo votato solo io e il Palermo ci siamo opposti all'accordo, mentre tutti gli altri hanno votato a favore, quindi si vede che la situazione va bene così. Diciamo che la sperequazione è banalmente suddivisa da parte destra e parte sinistra della classifìca. La forbice si sta sempre più ampliando. Capisco che le grandi squadre hanno bisogno di fatturare ma anche le medio piccole devono avere la possibilità di competere con le grandi, perché al punto in cui siamo ora difficilmente posso pensare di pareggiare o vincere contro di loro. C'è poi da pensare anche a ricavi alternativi ai diritti televisivi. In altri paesi sta già succedendo in Italia l'80% delle entrate è riservato a questa voce ed è una concezione sbagliata".

    Parliamo anche di campionato. Le sue valutazioni sulla lotta salvezza, lo scudetto e la corsa Champions.

    "Di lotta salvezza non parlo, pensiamo solo di arrivare al nostro obiettivo il prima possibile. La lotta scudetto è riservata a due squadre, Juventus e Napoli, mentre per la Champions la Fiorentina la vedo svantaggiata, nel senso che la Roma ha un maggiore abbrivio, anche se il calendario dei giallorossi non è facilissimo. L'Inter invece la vedo fuori da tutti i giochi". 


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