Calciomercato.com

  • Campio-nati il 5 aprile: tanti auguri a Simone Inzaghi, al portiere rigorista Rigamonti e al 'padre' di Oronzo Canà

    Campio-nati il 5 aprile: tanti auguri a Simone Inzaghi, al portiere rigorista Rigamonti e al 'padre' di Oronzo Canà

    Gli auguri quotidiani ai nati del giorno. Oggi, 5 aprile, buon compleanno a:

    SIMONE INZAGHI, 1976, neoallenatore della Lazio, sulle orme del fratello Pippo al Milan, dalla Primavera alla prima squadra. Ma gli auguriamo miglior fortuna. Ex attaccante di Carpi, Novara, Lumezzane,  Piacenza, Brescello, Piacenza, Lazio, Sampdoria e Atalanta, raggiunse il suo apice con un poker di gol in Lazio Marsiglia di Champions League il 14 marzo 2000. E avrebbero potuto essere 5, se non avesse sbagliato un rigore.

    VEDI IL VIDEO

    A proposito di rigori, compie gli anni anche:

    ANTONIO RIGAMONTI, 1949, (Atalanta, Cremonese, Como, Milan, Varese, Messina) il portiere rigorista. Con 6 centri dal dischetto è il portiere italiano che ha segnato di più in carriera: “Sapevo giocare con i piedi, ma soprattutto leggevo in anticipo lo sviluppo dell’azione. Non per vantarmi, ma nel calcio d’oggi ci starei dentro alla grande. Eravamo in B - stagione 1974-’75 - e in quel periodo sbagliammo diverse volte dal dischetto, così a turno ci esercitavamo un po’ tutti. La buttavo dentro spesso e allora Marchioro mi disse: “Domenica se ci danno un rigore lo tiri tu, intesi? Sembrava uno scherzo, ma il turno seguente a Novara, nei minuti finali l’arbitro fischia il rigore... Nessuno dei miei compagni si muove, dalla panchina vedo Marchioro che si sbraccia e urla: Oh, Rigamonti cosa aspetti? Vai no... Vado, tiro e faccio gol. Quell’anno ne segno altri due: al Parma e al Perugia". In serie A, il 18 aprile 1976, in Milan Como ne segna uno ad Albertosi, di cui poi diventerà il vice, quando quest'ultimo sarò coinvolto nel calcioscommesse del 1980. 
    Il 4 aprile 1976 in  Fiorentina Como fu colpito da un bullone e a lasciare il campo. La artita, finita 4-1 per i viola, fu poi vinta dal Como a tavolino.  per 0-2  

    GUARDA IL VIDEO


    Il 5 aprile 1910, ma lui sosteneva 1916, era nato ORONZO PUGLIESE,, scomparso nel 1990. Dopo aver allenato nelle serie minori, venne alla ribalta negli anni '60, portando il Foggia, in 3 stagioni dalla C alla A.  E il 31 gennaio 1965 vinse 3.2 con l'Inter campione del mondo. Storica la sua rivalità con Helenio Herrera, il  “il mago di Turi” contro il mago per eccellenza. "Don Oronzo, come ci si sente ad avere avuto la meglio sulla psicologia vincente del mago Herrera?” O.P: “La psicologia è roba da ricchi, la grinta è roba da poveri”. Personaggio pittoresco (Gianni Brera disse di lui che era “un mimo furente di certe grottesche rappresentazioni di provincia”), ha ispirato il personaggio di Oronzo Canà di Lino Banfi, che di lui disse: "Era davvero un grande allenatore, isterico, si arrabbiava come il sottoscritto e oltre a dirigere la mia squadra preferita era pugliese come me. Una vita piena di vicissitudini, la sua: bistrattato da tutti, sballottato da una panchina all'altra, colpevolizzato se una compagine non funzionava'. L'ingaggio per il suo primo incarico da allenatore, nel 1939 con la Leonzio, in Sicilia, consisteva in una fornitura mensile di arance.

    In Serie A ha allenato anche Roma, Bologna, Bari e Fiorentina (subentrò, nel 1970-71, a Bruno Pesaola). Per catechizzare i giocatori usava i proverbi: “Ripeto sempre: finché il polso batte, l'ammalato si salva. Con i proverbi, ho salvato le squadre. I giocatori erano scontenti per il pareggio? E io ripetevo: chi si accontenta gode. I frutti si son visti. "Undici gambe abbiamo noi, undici gambe hanno loro", era uno dei suoi motti preferiti. Prima di ogni partita spargeva il sale accanto alla panchina e incaricava uno dei suoi assistenti di gettarne un po’ dietro alla porta degli avversari. Claudio Olindo De Carvalho, in arte Nené, una volta raccontò un curioso aneddoto che gli era capitato durante una partita del campionato di serie A: "Un giorno, a Roma, scatto sulla fascia e vado via veloce. Il loro allenatore, Oronzo Pugliese, si mette a correre al mio fianco, lungo la linea, urlando: "A me, passala a me!". La scena è molto divertente, la gente dell'Olimpico applaude, è stato bellissimo. Ma io non mi sono fatto incantare: ho passato il pallone a Riva e lui ha fatto un gran goal. Come sempre, aveva l’abitudine di spiare i suoi giocatori da sotto le porte delle camere d’albergo, in ritiro, la sera prima della partita. Una notte, non riuscendo ad addormentarsi, uno dei suoi “picciotti” era uscito alla ricerca di un giornale per riconciliare il sonno e lo aveva trovato disteso nel corridoio: “Che cosa fate, don Oronzo?”, gli chiese. Lui scattò in piedi e disse: “Stavo facendo un po’ di flessioni”. Portava i giocatori al cinema, accertandosi poi che non fumassero. Una sera di quelle si accorse che Bruno Pace stava fumando. Di nascosto, nel buio della sala, durante la proiezione era riuscito a strisciare sino alla sedia posizionata dietro quella di Pace. All'improvviso si alzò per mollargli uno schiaffo, con tanto di rimprovero. Peccato che aveva sbagliato i calcoli, colpendo – di conseguenza - un ignaro spettatore... Peiró un giorno confessò: "Non sempre riuscivo a capire quando parlava. E considerate che io l'italiano l'avevo imparato bene...". E sugli stranieri Pugliese la pensava così... 


    VEDI IL VIDEO


    Buon compeanno anche a:

    PAUL OKON, 1972, difensore-centrocampista australiano (di madre italiana e padre tedesco), in Italia 3 anni alla Lazio (dal 1996 al 99), uno alla Fiorentina (88-2000) qualche mese al Vicenza (2003-2004). Una carriera frenata da continui problemi al ginocchio. Non era certo un fulmine di guerra. "Cosa rispondo a chi dice che sono lento? Forse lo sono, ma spesso qualcuno è tratto inganno da come mi muovo, dal fatto che cerchi sempre di privilegiare la tecnica rispetto all'agonismo» A Firenze circolava la leggenda che le visite mediche avessero rivelato che aveva una gamba più corta dell'altra. Compare in diverse classifiche dei bidoni stranieri arrivati in Italia.

    CESARE NATALI, 1979, difensore di Atalanta, Monza, Lecco, Bologna, Udinese, Torino, Fiorentina, Sassuolo). “Avrei potuto giocare anche io in Premier: in passato mi hanno infatti cercato il Wolverhampton, quando ero giovane, e poi il Fulham in tempi più recenti. Ma rifiutai entrambe le proposte." Aveva la maglia numero 14, in omaggio al suo idolo Cruyff. Ha smesso l'estate scorsa

    VLADA AVRAMOV, 1979, Portiere serbo di Vicenza, Pescara, Fiorentina, Treviso, Cagliari, Atalanta, Torino, svincolato dal gennaio scorso, dopo un'esperienza in Giappone. Nel  2009 è  stato il primo giocatore extracomunitario a ricevere dallo Stato italiano la carta di soggiorno 

    GUILHERME, 1991, centrocampista brasiliano dell'Udinese 

    ARIEL LOPEZ, 1974, attaccante argentino, detto  “El Chupa”, al Genoa, in serie B, per 6 mesi nel 1998. Annunciato come il nuovo Montella, ( «Fate pure le debite proporzioni, ma io, appena l’ho visto, piu’ che a Pruzzo ho pensato a Gerd Muller, un po’ anche a Montella»(Massimo Mauro, allora Presidente del Genoa) «Ariel e’ veramente un bravo attaccante. Assomiglia a Montella, tanto per rendere l’idea» Juan Sebastian Veron) Realizzò 4 reti in 17 partite e rispedito al Majorca 


    FERNANDO MORIENTES, 1976, ex centravanti di Real, Liverpool, Valencia, Monaco Marsiglia. Allenatore del Fuelabrada, 3' divisione spagnola, è stato esonerato nel febbraio scorso

    JONATHAN ROSSINI, 1989, difensore svizzero del Savona, in prestito dal Sassuolo (già in Sampdoria e Parma)

    JACOPO FERRI 1995, ala destra della Spal, in prestito dalla Roma

    CHRISTIAN MONACIZZO, 1991, centrocampista della Lucchese

    MATTIA PLACIDO, 1995, terzino destro del  Savona in prestito dalla Sampdoria

    GIORGIO LA VISTA, 1979, Siena, centrocampista del Siena

    ALEX VALENTINI, 1988, portiere italiano del Lugano

    Chiudiamo con l'intruso di oggi:

    RICCARDO PANGALLO (1953), che nei i suoi falsi doppiaggi ha incluso anche il mondo del calcio.


    GUARDA IL VIDEO

     

    Altre Notizie