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  • Cannavaro: 'Calciopoli? Non ci credevo, due scudetti sudati sul campo. All'Inter ho sofferto'
Cannavaro: 'Calciopoli? Non ci credevo, due scudetti sudati sul campo. All'Inter ho sofferto'

Cannavaro: 'Calciopoli? Non ci credevo, due scudetti sudati sul campo. All'Inter ho sofferto'

Fabio Cannavaro, ex difensore tra le altre di Juve, Napoli e Inter, si racconta in una lunga diretta Instagram con Er Faina.

SUGLI SCUDETTI REVOCATI ALLA JUVE - “Il rammarico è che è successo tutto quel casino dopo due anni in cui ho fatto delle prestazioni paurose. Il rammarico è quello, di non poter godermi due scudetti sudati sul campo. Abbiamo dato il massimo, sul campo abbiamo sofferto e gioito. Era una squadra talmente forte che dopo quando venite fuori tutto il casino nessuno ci voleva credere, io per primo. Dicevo ‘Non è possibile’. E invece poi venne fuori tutto il casino”.

SULL’ADDIO ALLA JUVE - “Le cose vengono scritte sempre come uno vuole. In quel momento lì la Juve doveva vendere, doveva liberarsi di alcuni giocatori con stipendi importanti. Vendettero me ed Emerson al Real Madrid e Thuram e Zambrotta al Barcellona. Cedettero anche Ibrahimovic e Vieira all’Inter. Chi è rimasto in Serie B ha fatto un qualcosa di eccezionale, ha riportato la Juve dove merita. Quando uno va a giocare alla Juventus capisce la differenza tra giocare a calcio e vincere. Lì capisci che sono anni luce avanti a tutti”.

SULL’INTER - "All’Inter il rammarico è che sono andato via sul più bello. Ho sofferto tanto, pensavo di smettere di giocare a calcio perché sono stato quasi un anno e mezzo con una frattura nella tibia. Più che problema psicologico, era il fatto che non potessi allenarmi. Non posso mai dimenticare che è stato un errore, dovevo fermarmi subito. Però ero appena arrivato… non posso mai dimenticare quando sono entrato a San Siro la prima volta, non giocai titolare, Cuper mi fece entrare dopo. Quando entrai ci fu un boato pazzesco. Alla fine della partita Moratti venne da me e mi disse: 'Fabio, un boato così l’ho sentito solo con Ronaldo'. Questo per farti capire le aspettative che c’erano. Per me dopo sette anni di Parma e titolare della nazionale, arrivare lì e fallire mi dava fastidio. A Mancini dissi che sarei tornato quando ero pronto e iniziai un programma di allenamento”.

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