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  • Cannavaro:| 'Juve più forte, ma il cuore dice Napoli'

    Cannavaro:| 'Juve più forte, ma il cuore dice Napoli'

    Parla il doppio ex.
    Fabio Cannavaro: "Il cuore dice Napoli, ma la Juve è attrezzata pure per la Champions".
    "La gara non sarà decisiva, ma darà indicazioni importanti. Il lavoro di Conte e Mazzarri è il segreto delle due squadre".
     

    L’evento lo coinvolgerà soltanto da lontano. Ma lo prenderà, statene certi, perché Juve-Napoli per lui è un insieme di sentimenti, forti. Da una parte, ci sarà la sua napoletanità, quei momenti che l’hanno visto protagonista sin da ragazzino, da quando Marcello Lippi lo fece esordire in Serie A, nel ’93, non ancora ventenne, con la maglietta azzurra. Dall’altra, tutto quanto ha rappresentato la sua crescita professionale, conclusasi con la conquista della Coppa del Mondo e del Pallone d’Oro. Juve e Napoli sono la storia di Fabio Cannavaro calciatore, anche se la sua immensa carriera ha vissuto momenti esaltanti pure con Parma e Real Madrid. Ma l’azzurro e il bianconero se li porta appiccicati sulla pelle. «No, pronostici non ne faccio, non mi pare proprio il caso», dice mentre è in attesa del volo che lo riporterà a Dubai, dove sabato sera assisterà dal salotto di casa alla super sfida, insieme ai genitori ed alla sua famiglia.


    Via, dica la verità, da che parte penderanno i suoi sentimenti? Almeno questo potrà svelarlo.
    «Non è una questione di cuore o di ragione. Ho grande rispetto per la Juve, che mi ha dato tanto, ho vinto due scudetti. Il cuore, però prevale sulla professione. Io sono napoletano ed il Napoli è la squadra dove sono cresciuto».

    E dove gioca suo fratello...
    «Appunto. E questo aspetto non è assolutamente di secondo piano. Paolo è stato ed è uno dei protagonisti del grande rilancio del club dopo il fallimento».

    Accertato che tiferà Napoli, ma che partita sarà?
    «La Juve è la squadra più completa del campionato e il Napoli è l’unico collettivo che al momento può contrastarla. Anche sul piano della qualità non ci sono grandi differenze. Potrà essere determinante il carattere, la voglia di vincere e, soprattutto, la convinzione della propria forza. Insomma, nessuna delle due dovrà avere paura dell’altra».

    Da napoletano, chi toglierebbe alla Juve?
    «Buffon, il Maradona dei portieri (che però è a rischio per sabato, ndr)».

    Da ex juventino, invece, chi non vorrebbe incontrare?
    «Cavani, una vera forza della natura. Credo che in prospettiva potrà misurarsi coi grandi del calcio internazionale. Mi riferisco a Cristiano Ronaldo, al colombiano Falcao che, insiemecon Messi, rappresentano il massimo in questo periodo».

    Condivide l’attesa spasmodica che sta accompagnando questa vigilia?
    «Non dimentichiamo che Juve-Napoli è una delle classiche del nostro campionato, che ha sempre aperto a polemiche e discussioni. Sul piano tecnico e della classifica, la ritengo di primopiano, perché può dare indicazioni importanti per quanto riguarda la questione scudetto. Da tre anni, Walter Mazzarri sta lavorando al progetto tecnico e ritengo che questo lasso di tempo gli sia servito per rilanciare le ambizioni del club e della città. Insomma, lo scudetto è qualcosa di fattibile».

    E pensare che le cessioni di Lavezzi e Gargano avevano creato apprensione nell’ambiente...
    «Giocatori importanti, ma De Laurentiis li ha saputi rimpiazzare con intelligenza. Insigne, per esempio, è un talento che dovrà soltanto perfezionare la crescita, mentre Behrami è un vero e proprio scoglio difficile da superare, a centrocampo».

    Non è escluso che debba essere proprio lo svizzero a prendersi cura di Pirlo, la cui classe è sempre più cristallina: condivide?
    «Altro che! Stiamo parlando del giocatore italiano più forte in assoluto. Ha delle giocate imprevedibili, che fanno la differenza, come è successo pure martedì sera, con l’Italia, con quell’apertura per il gol di Balotelli».

    Chi potrà decidere questo scontro diretto?
    «Gli attaccanti. Vucinic e Cavani rappresentano il valore aggiunto delle due squadre. Per il resto, le difese sono forti, quella del Napoli addirittura è la menobattuta, mentre a centrocampo qualità e forza non mancano a nessuna delle due. Dunque, sarà una questione di punte. Ho letto che Hamsik e Pandev hanno già realizzato 12 reti alla Juve (8 con la maglia del Napoli): per loro due ci sarà una guardia particolare, vedrete, perché Conte cura tutti i particolari tattici e, difficilmente, concederà vantaggi all’avversario».

    Al di là della questione tecnica, si può restringere a Juve e Napoli la lotta per lo scudetto?
    «Per quello che sta esprimendo il campionato in questa fase iniziale, direi proprio di sì. Bisognerà capire se il ritorno dell’Inter è da considerarsi definitivo e se Milan, Roma e Lazio sapranno confermare i progressi visti prima della pausa».

    E se la Juve puntasse alla Champions?
    «Questa manifestazione è un qualcosa di unico, ma è innegabile che nel corso della stagione porti via sempre qualche punto importante. Mala Juve è ben strutturata, quest’anno, per andare fino in fondo. Così, lascerebbe lo scudetto alla mia Napoli! Firmiamo?».
     


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