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  • Cannavaro: 'Non investirei su Ibrahimovic, ha 38 anni. Insigne deve avere più personalità. Il tridente della Juve...'

    Cannavaro: 'Non investirei su Ibrahimovic, ha 38 anni. Insigne deve avere più personalità. Il tridente della Juve...'

    Fabio Cannavaro, allenatore del Guangzhou, ha concesso una lunga intervista ai microfoni di Sky Sport. Tanti i temi toccati: da Gattuso al Napoli al possibile ritorno di Ibrahimovic in Italia.

    SU GATTUSO - "L'ho sentito carico, con tanta voglia. Rino è un allenatore che l'anno scorso ha fatto un grandissimo lavoro al Milan, anche se poi a fine anno è andato via. Si vedeva la sua mano nonostante non avesse grandissimi giocatori, speriamo riesca a farlo anche a Napoli".

    SULLA 'RIVOLTA' DEL NAPOLI - "Partiamo dal presupposto che il ritiro non piace a nessuno. Non so cosa sia successo all'interno dello spogliatoio e non posso giudicare, quello che è certo è che la situazione non è stata gestita al meglio. Sappiamo che Napoli è una piazza particolare e giocatori, società e allenatore dovevano gestire la situazione diversamente. Qualcosa è andato storto e adesso la squadra ne paga le conseguenze".

    SU INSIGNE - "E' una tassa che deve pagare. Deve rimanere sereno e deve tornare a fare quello che ha sempre fatto. Ha grandi qualità tecniche, deve crescere sul piano della personalità perché adesso è il capitano e ha addosso una responsabilità in più. Ma gli basterà tornare a fare gol e assist che la gente si dimenticherà di tutto".

    SU IBRAHIMOVIC -  "Zlatan è un giocatore che ha fatto cose incredibili, un vero leader. Ma il Napoli deve anche pensare a far emergere nuovi giocatori, Ibra è un grandissimo ma ha 38 anni. Se fossi una società, ci penserei un po' prima di investire su un calciatore di quell'età. In ogni caso lui è innamorato di Napoli, una volta abbiamo fatto un bel giro della città insieme in vespa".

    SU SARRI -  "Penso che Sarri sia quello che incuriosisce di più in Italia, ti fa giocare bene sia in fase difensiva che offensiva. Un allenatore che cerca di controllare le partite e mantenere sempre alta l'intensità. E' sicuramente uno degli allenatori più moderni in circolazione".

    SUL TRIDENTE DELLA JUVE - "Quei tre davanti possono garantirti quasi un gol a testa a partita. Basterebbe solo organizzare un po' la difesa e la squadra è a posto. Il calcio oggi è cambiato, non esiste più l'attaccante che sta fermo davanti. C'è più organizzazione di squadra, è un calcio nuovo che ha sempre il suo fascino ed è giusto che giochi chi è più forte. Cristiano, Dybala e Higuain sono i più forti e devono giocare loro".

    SU CRISTIANO RONALDO -  "Sono caratteristiche, alla base c'è comunque un lavoro e la voglia sempre di migliorarsi. Cristiano Ronaldo in questo è un esempio per tutti, forse non ha più il dribbling di una volta ma ha capito come giocare e, con la sua esperienza, riesce comunque a segnare un gol a partita. Rimane comunque un esempio da seguire, si è adeguato al calcio moderno e continua ad avere risultati eccezionali".

    SU DE LIGT -  "Mi sono rivisto molto in lui. Quando lasciai la Juve per andare al Real Madrid, dopo il Mondiale vinto, c'era grande aspettativa su di me. Ho avuto un periodo in cui ogni partita mi saltavano come un birillo, ero sempre ammonito, rigori, falli di mano. Capita avere periodi del genere quando cambi squadra. Ma parliamo di un ragazzo che ha qualità che difficilmente si trovano in giro. Ha personalità, tecnica, forza fisica: è un gran difensore".

    SU LAUTARO MARTINEZ - "Mi ha sorpreso. L'anno scorso ha avuto qualche problema ad ambientarsi, ma quest'anno sta dimostrando tutto il suo valore. Ha una voglia di segnare incredibile e trasmette energia positiva anche ai compagni. Inoltre fa un lavoro incredibile di cui beneficia anche Lukaku".

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