Calciomercato.com

  • Caos Juve-Napoli: l'entrata di Speranza è a gamba tesa, da cartellino rosso

    Caos Juve-Napoli: l'entrata di Speranza è a gamba tesa, da cartellino rosso

    • Fernando Pernambuco
      Fernando Pernambuco
    L’età del ferro, quella del bronzo, e poi quella dell’ansia, ma prima c’era stata la belle epoque… Come la definiremmo quella che stiamo vivendo? L’età dell’ incertezza. Sì perché ora con il Covid bisogna conviverci. Prima con la “clausura”, le regole erano strette e chiare, ora, giocoforza, sono lasche e confuse. Incerta pare anche la scienza che fino ad oggi ci aveva regalato certezze, ma eravamo noi ad essere viziati. Conoscevamo i risultati, gli arrivi certi, non la fatica, i dubbi, le difficoltà, gli errori della scienza prima di arrivare alla scoperta definitiva: non tutti gli esperimenti “finiscono col buco”. Oggi viviamo una fase sperimentale in atto, costretti a una relatività perpetua. Quotidiana: nel lavoro, nella scuola, nell’ intrattenimento , nello sport. Le regole sono lasche, possibiliste, liquide. Cambiano di settimana in settimana? Di giorno in giorno? Di ora in ora? No, di minuto in minuto. Con qualcosa di paradossale e pirandelliano: così è se vi pare? Beh, non proprio o quasi.

    Prendete la vicenda Juventus-Napoli. Ci sono delle regole UEFA per far procedere, pur nella difficoltà, le competizioni. Il Napoli, secondo queste regole, potrebbe giocare la partita, ma una ASL napoletana (la n°2, di competenza della Regione Campania) dice che no: i giocatori del Napoli devono stare tutti in quarantena per 14 giorni. Per la Lega calcio serie A, invece, vale il protocollo FIGC, approvato col Governo, secondo cui la partita si può giocare. Il Napoli non parte, manda una Pec in cui afferma che la ASL lo costringe ad “isolarsi” e quindi non può giocare. La Juve risponde che sarà in campo regolarmente. Il Ministro Speranza risponde che invece “ non si giocherà è  già una notizia consolidata. Ma attenzione che le cose importanti sono altre come il lavoro negli ospedali. Le priorità non possono essere gli stadi”. E’ questa la giustificazione? Non si citano i Decreti, gli accordi, i protocolli? Ma cosa c’entrano gli stadi? Non si gioca già senza pubblico? Cosa c’entra l’importanza degli ospedali? E allora la gente senza lavoro? La fame nel mondo?

    La Lega ribadisce che vale il protocollo siglato col governo. Il Ministro entra da dietro a gamba tesa, non colpisce la palla, ma il ginocchio avversario. Cartellino rosso. 

    Altre Notizie